lunedì 26 aprile 2010

Disatro ambientale in arrivo in Lousiana

26/4/2010 (10:24) - ALLARME ECOLOGICO
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L’incendio e poi il crollo
della piattaforma petrolifera sta causando un disatro ambientale
Più che di un timore si tratta ormai di una certezza: l’incendio e poi il crollo della piattaforma petrolifera della Bp, 70 chilometri al largo delle coste della Louisiana, nel Golfo del Messico, sta causando un disastro ambientale di assoluta gravità. Ogni giorno fuoriescono circa 1.000 barili di greggio e le operazioni per tentare di bloccare le perdite sono state interrotte dal mal tempo. La macchia nera potrebbe raggiungere presto le spiagge e la regione paludosa della Louisiana causando un disastro ecologico senza precedenti.

Le ricerche degli undici operai dispersi dopo l’esplosione della piattaforma Deep Water Horizon si sono concluse sabato. In tutto erano 126 le persone presenti sulla piattaforma al momento dell’esplosione. I feriti sono 17 di cui quattro in gravi condizioni. La piattaforma conteneva 2,6 milioni di litri di petrolio ed estraeva 8.000 barili di greggio al giorno, circa 90.000 litri. La BP, inizialmente ottimista sulle possibilità di evitare il disastro, ha assicurato di fare il possibile per bloccare la fuoriuscita di greggio dalle valvole e dalle tubature, un compito che si sta rivelando «estremamente complicato» e «potrebbe non riuscire», come ha detto il responsabile delle perforazioni della Bp, Doug Suttles, citato dalla Bbc.

La compagnia ha inviato 30 imbarcazioni per pulire le acque e diversi velivoli che disperdono sulla macchia una spray diluente. Sul caso giovedì scorso era intervenuto anche il presidente Barack Obama che aveva detto che il governo degli Stati Uniti considera «una priorità» la risposta ad un’eventuale catastrofe ecologica.

Peter Gomez direttore del sito del Fatto Quotidiano

DA AFFARI ITALIANI

Anteprima/ "Da fine maggio sarà online il sito del Fatto diretto da Peter Gomez"

"Nonostante gli ottimi risultati raggiunti finora, ci domandiamo quale potrà essere lo sviluppo del Fatto su carta. Stiamo infatti assistendo a una grave crisi che coinvolge tutti i giornali. In ogni caso penso che il Fatto avrà un futuro, on line sicuramente". Parola di Lorenzo Fazio, fondatore di Chiarelettere, che rivela in anteprima ad Affaritaliani.it che da fine maggio sarà online il sito del quotidiano diretto da Padellaro, affidato a Peter Gomez. E Fazio attacca: "C'è una cricca di giornalisti mafiologi che controlla l'informazione sulla mafia. Se pubblico un libro di due giovani giornalisti sconosciuti sui grandi giornali non passa, proprio perché i 'grandi vecchi' lo impediscono"

Mercoledí 21.04.2010 10:29

chiarelettere
Lorenzo Fazio

"Ormai ci siamo, stiamo mettendo a punto gli ultimi dettagli sull'organizzazione della redazione. A fine maggio, il 30 o il 31, sarà online il sito del Fatto Quotidiano. E lo dirigerà Peter Gomez (attuale firma di punta, con Marco Travaglio, del quotidiano diretto da Antonio Padellaro, ed ex inviato de L'Espresso, ndr)". Parola di Lorenzo Fazio, fondatore della casa editrice Chiarelettere (tra i soci del Fatto), che rivela a sorpresa e in anteprima ad Affaritaliani.it: " Il successo del Fatto su carta non ci ha sorpreso perché effettivamente copre un buco lasciato da altri giornali e soprattutto dalla televisione. Ma, nonostante gli ottimi risultati raggiunti finora, ci domandiamo quale potrà essere lo sviluppo del Fatto su carta. Stiamo infatti assistendo a una grave crisi che coinvolge tutti i giornali. In ogni caso penso che il Fatto avrà un futuro, on line sicuramente".

Lorenzo Fazio, insieme al direttore di Affaritaliani.it Angelo Maria Perrino, ha partecipato a un incontro con gli studenti del Master di Analisi delle fonti documentarie e Giornalismo Investigativo di Milano (alla presenza del responsabile Leonida Reitano), nel quale si è parlato del futuro delle inchieste giornalistiche, del ruolo del web, del 'complicato' domani dei quotidiani cartacei, oltre che delle esperienze editoriali positive rappresentate dalla casa editrice Chiarelettere e dal quotidiano online Affaritaliani.it.

video chiarelettere
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Non sono mancate le frecciate. Fazio, ad esempio, così ha spiegato il successo e il ruolo stesso dei libri che pubblica: "Chiarelettere fa le inchieste che i giornali non fanno". E ancora: "La verità è che in Italia l'informazione è piegata alla politica". Gli stessi giornali, per il fondatore di Chiarelettere, spesso fanno politica e non giornalismo al servizio dei cittadini: "Repubblica fa vere e proprie scelte di campo... Peccato che non ne abbia mai azzeccata una".

E' partita la riabilitazione di Piero Marrazzo: torna a fare il giornalista in Rai e domenica sarà intervistato da Lucia Annunziata

Marrazzo torna a Raitre
video off limits e polemiche

Prima racconterà la sua verità a "In 1/2 ora" . Di Bella: "Piero rientra come caporedattore a disposizione del direttore"

di LEANDRO PALESTINI

ROMA - Piero Marrazzo torna in Rai, ma all'ex conduttore di Mi manda RaiTre, nonché ex governatore del Lazio, sarà precluso il video: una condizione che avrebbero posto i vertici dell'azienda. Sarà Lucia Annunziata a dare il "bentornato in Rai" a Marrazzo, domenica prossima, con una intervista inserita nel programma In 1/2 ora in onda su RaiTre. Il giornalista, che si era messo in aspettativa dalla Rai quando entrò in politica, tornerà a lavorare per RaiTre tra un mese, come conferma il responsabile della rete Antonio Di Bella. "Marrazzo non sarà a capo di una struttura, rientrerà come caporedattore a disposizione del direttore. Al momento, nel palinsesto di RaiTre non sono previsti programmi con una sua presenza in video. Ma Lucia Annunziata dovrebbe intervistarlo nel suo In 1/2 ora, ne stanno parlando" spiega Di Bella.

L'ex governatore del Lazio, secondo il recente verdetto della Cassazione sarebbe stato "vittima predestinata" di una "imboscata organizzata ai suoi danni" da alcuni carabinieri infedeli. Marrazzo, che il 3 luglio del 2009 è stato filmato da due carabinieri del Trionfale mentre era in casa della trans Natalie, pur avendo ammesso il consumo di cocaina è uscito pulito dall'inchiesta. E Di Bella, nell'esprimergli solidarietà, dice: "Sono un suo vecchio amico. Nutro verso Piero stima e amicizia sin dai tempi in cui eravamo insieme cronisti. È una risorsa per l'azienda, nei prossimi giorni verificheremo come utilizzarlo". In settimana ci sarà l'incontro tra Marrazzo e il capo del personale Rai, Luciano Flussi.

Ma il reintegro di Piero Marrazzo nei ranghi di RaiTre non sarà privo di polemiche. Nei corridoi Rai di viale Mazzini, nei giorni scorsi, c'era già chi faceva notare che il cantante Morgan per molto meno (rilasciò un'intervista in cui faceva l'elogio della cocaina a scopo curativo) è stato escluso dalla partecipazione all'ultimo Festival di Sanremo e da qualsiasi show del servizio pubblico.
Antonio Verro, consigliere di amministrazione Rai (area centrodestra), pur convenendo sul fatto che "il reintegro di Piero Marrazzo è un atto dovuto" esprime delle perplessità: "Non so se è giusto che lui vada in video a raccontare la sua storia. Io sarei contro. Ma non ho tutti gli elementi, non so che ruolo svolgerà Marrazzo a RaiTre e come avverrà la sua intervista. Quindi rimetto la decisione al direttore di RaiTre, Antonio Di Bella, che mi pare abbia un grande senso di equilibrio". Anche Giovanna Bianchi Clerici, consigliere in quota leghista, nutre dei dubbi. "Ci occuperemo del rientro in Rai di Marrazzo. Mi sembra inopportuno che torni in video con un suo programma, ma dell'intervista non so nulla. Ho solo letto delle agenzie con le sue dichiarazioni, la volontà di raccontare i punti oscuri della sua vicenda. A me sembra che occorra buon senso per riproporlo in video: anche per lui, voglio dire per la tutela personale dello stesso Marrazzo".

Infine il consigliere (dell'opposizione) Nino Rizzo Nervo: "Non so cosa farà Marrazzo a RaiTre. Credo che lui stesso non volesse tornare in video. Una cosa è certa: finita l'aspettativa, come qualsiasi persona che ha fatto il parlamentare o il politico, ha diritto di rientrare in azienda".

martedì 20 aprile 2010

Per le intercettazioni servono gravi indizi di reato

L'autorizzazione alle intercettazioni può essere chiesta quando sussistono gravi indizi di reato e "l'assoluta indispensabilità" di queste per la prosecuzione delle indagini. E' quanto prevede l'emendamento presentato dal governo al ddl intercettazioni 1 ora all'esame della commissione giustizia del Senato. Tra governo e maggioranza sono stati presentati 12 emendamenti. Due sono stati depositati in commissione giustizia del Senato dal sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo e circa 10 sono quelli firmati dal relatore Roberto Centaro.


Eliminando dal testo gli "evidenti indizi di colpevolezza", si può disporre intercettazioni anche nei procedimenti a carico di ignoti. Per poter intercettare, però, è necessario che l'utenza sia intestata (o effettivamente in uso) o all'indagato o a una terza persona che, già emersa dalle indagini come a conoscenza dei fatti per i quali si procede, si ritiene ne farà uso per conversazioni o comunicazioni che riguardino i fatti oggetto dell'indagine. Il principio vale anche per le riprese visive. I luoghi sottoposti a sorveglianza devono appartenere o essere utilizzati dall'indagato o da persone diverse sempre che risultino, dalle indagini, già a conoscenza dei fatti.

Punibilità. L'emendamento al ddl intercettazioni presentato dal relatore Roberto Centaro prevede inoltre che "chiunque fraudolentemente effettui riprese o registrazioni di comunicazioni e conversazioni a lui dirette o comunque effettuate in sua presenza sia punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni". La punibilità, si legge ancora nella proposta di modifica, è esclusa quando dalle riprese o dalle registrazioni emerge una notizia di reato e questa viene tempestivamente comunicata all'autorità giudiziaria.
Per chi pubblica in tutto o in parte atti o documenti di un procedimento penale di cui sia vietata per legge la pubblicazione è punito con l'arresto fino a due mesi o con l'ammenda dai due ai diecimila euro. Se a essere pubblicato è il contenuto delle intercettazioni, si applica l'arresto fino a due mesi e l'ammenda dai quattromila ai ventimila euro. La condanna comporta anche la sospensione temporanea dall'esercizio di una professione o di un'arte. Identiche le pene per chi pubblica riprese e registrazioni.

Aumentano le pene per le talpe delle Procure, che rischiano il carcere, con una pena massima da 5 a 6 anni. Il testo dell'articolo del ddl è stato modificato in questo modo: "Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque rivela indebitamente notizie inerenti ad atti o a documentazione del procedimento penale coperti dal segreto, dei quali è venuto a conoscenza in ragione del proprio ufficio o servizio svolti in un procedimento penale o ne agevola in qualsiasi modo la conoscenza è punito con la reclusione da 1 a 6 anni di carcere".

Autorizzazione. Sarà il tribunale a decidere l'applicabilità delle intercettazioni, e non più il gip. Il tribunale nella sua valutazione non potrà basarsi su dichiarazioni rese dal coimputato in procedimento connesso, non riscontrate, né su testimonianze indirette rese da chi si rifiuta o non è in grado di indicare la fonte diretta, né, infine, su dichiarazioni rese da informatori di polizia giudiziaria non interrogati. Sempre nello stesso emendamento il governo prevede che si possa chiedere una proroga delle intercettazioni quando si ritiene, dalle indagini, che "l'attività delittuosa sia prossima a ulteriori conseguenze", oppure che si stiano per commettere nuovi reati. La proroga può avere una durata massima di 15 giorni, anche non consecutivi.

Parlamentari. Se il magistrato intercetta qualcuno che conversa con un parlamentare, sarà necessaria comunque l'autorizzazione della Giunta di Camera o Senato. L'autorizzazione dovrà essere richiesta anche se si acquisiscono tabulati di comunicazioni. E questo varrà soprattutto se si intercetta o si acquisiscono tabulati per accedere comunque "alla sfera delle comunicazioni del parlamentare". I verbali o i tabulati contenenti le registrazioni che riguardano anche un parlamentare, dovranno essere immediatamente trasmesse al procuratore della Repubblica che ne disporrà l'inserimento in un fascicolo separato conservato in una apposita sezione dell'archivio riservato. Della loro esistenza verrà data comunicazione riservata al parlamentare interessato a conclusione delle indagini preliminari.

Processi in corso.
La legge sulle intercettazioni non potrà comunque essere applicata ai processi in corso per i quali è già stata chiesta l'autorizzazione a farle, così prevede un emendamento del governo appena presentato al ddl intercettazioni. Nella proposta di modifica che porta la firma del sottosegretario alla giustizia Giacomo Caliendo si chiarisce comunque che possano essere applicate immediatamente a tutti i processi in corso le norme del provvedimento relative ai divieti di pubblicazione e gli obblighi di segreto. Si differisce poi di sei mesi dall'entrata in vigore della legge l'efficacia della norma che attribuisce al tribunale distrettuale in composizione collegiale la competenza ad autorizzare le intercettazioni.

Sub-emendamenti. Il termine per la presentazione dei sub-emendamenti agli emendamenti depositati oggi al ddl intercettazioni da governo e relatore sono fissati per lunedì prossimo, alle ore 17. Lo ha reso noto il presidente della commissione Giustizia del Senato, Filippo Berselli, a margine della seduta di oggi. "Martedì pomeriggio, sempre della prossima settimana - aggiunge Berselli - si procederà all'illustrazione dei sub-emendamenti con il parere del governo e del relatore. Il mercoledì mattina, alle 8.30, saremo pronti a votare, sempre che ci arrivino tutti i pareri necessari".

Le reazioni
. La Federazione nazionale della stampa annuncia che il 28 aprile i giornalisti scenderanno in piazza per manifestare contro il ddl intercettazioni, giudicato "una legge bavaglio". Alla manifestazione seguiranno altre iniziative di lotta. A dar corpo alla contrarietà del Pd al provvedimento è il senatore Felice Casson, che giudica gli emendamenti presentati oggi "un'apertura", che però "non basta assolutamente". In particolare, Casson giudica sballata la norma che trasforma in reato il fatto che un cittadino registri una conversazione di cui è parte. "E' il cosidetto emendamento anti-D'Addario - spiega Casson - ma è molto pericoloso". Durissime critiche anche dall'Italia dei Valori. Secondo il presidente di senatori del gabbiano, Felice Belisario, "questo testo resta impresentabile". Più duro il segretario nazionale del Pdci, Oliviero Diliberto che sul suo Facebook scrive: "Non sapremo più nulla degli imprenditori che ridevano a crepapelle per il terremoto dell'Aquila, delle parole oscene di Berlusconi contro chi non era capace di cacciare Santoro, di calciopoli e via discorrendo. Non ci sarà più né mafia né camorra, alla faccia delle 'balle' di Saviano. Ci sarà solo l'Italia che vuole Berlusconi, truccata con lo stesso cerone usato da lui".

da Repubblica

Torna la Barbie...smontata



Fatele a pezzi: staccate gambe, braccia, testa, tagliate via le mani, strappate via dal viso quell'imperscrutabile sorriso e alla fine, ridategli la vita...Catartico e creativo il riciclo delle Barbie.

Se volete prendervi la vostra rivincita sulla sempreperfetta ultracinquantenne bambola più famosa al mondo o al contrario voleste continuare ad elogiare quest'intramontabile icona pop anche oltre tempo massimo, il progetto di Margaux Lange, Plastic Body, può suggerirvi forse la maniera più fantasiosa di farlo, riciclando.

La giovane artista americana infatti si è dedicata per tutto un decennio alla sua esplorazione artistica e concettuale focalizzandosi attorno a quella che, durante la sua infanzia, come per tante di noi, è stata la sua passione/ossessione: la mitica Barbie e tutto il suo piccolo, prezioso mondo in miniatura. Conseguito il suo Bachelor of Fine Arts presso l'Istituto Maryland College of Art nel 2001, la Lange è balzata in poco tempo sulle copertine delle più prestigiose riviste americane di moda e design. Rappresentata dalle gallerie d'arte e boutique di preziosi più in voga, i suoi gioielli, che potremmo definire hanno richiamato l'interesse di tutta la stampa mondiale oltre che il fanatismo di collezionisti e nostalgici.

La serie Plastic Body si avvale infatti del recupero di parti di Barbie che in combinazionecon argento e resina pigmentate danno vita a creazioni assolutamente sorprendenti, finissime e decisamente pop.

Alla base, la volontà di trasformare un prodotto di massa, che la bambola della Mattel ben simboleggia, in un nuovo materiale riplasmato dalla personalità, dalla particolarità e, diciamo pure dalla calma di un lavoro artigianale; lo scopo quello di esaminare e festeggiare il proprio rapporto con quella cultura tramite l'icona Barbie. Serie caleidoscopiche di sorrisi, erotici seni in fila, collezioni di gambe in stile woodoo, l'arte di Margaux Lange è tutta da indossare per stupire, ironizzare ed evocare.
Se il tempo ha finito le vostre bambole o semplicemente il tempo delle bambole sia finito, provateci anche voi! Certo la maestria dell'artista newyorkese vanta decenni di pratica ma con un po' di buona volontà potrete ottenere di certo il vostri personali gioielli riciclati, veri e propri stardoll bijoux.
Da riporre rigorosamente in un porta gioielli in pendant ricavato incollando le lunghe gambe dell'amatissima bambola su bel supporto in legno precedentemente levigato con la carta vetrata. Qui la vendetta per averci fatto crescere complessate nell'arduo compito di emularle potrebbe veramente compiersi.
Per i maschietti, se un braccialone di teste di Ken vi inquieta e v'inibisce, suggeriamo una proposta davvero spiritosa che circola sul web: la Barbie USB.

Come suggerisce anche Instructable, basta staccare la testa della Barbie, aprire il corpo in due (brrr, sembran pratiche chirurgiche!), posizionare una piccola pennetta usb all'interno e richiudere. Il risultato, soprattutto quando il dispositivo è collegato al vosto pc, è di grande effetto, certo, a meno che non abbiate un datore di lavoro dotato di molto senso dello humor, forse sarebbe meglio che la utilizzasse solo nel privato. Attendiamo evoluzioni, intanto: lunga vita alla Barbie.


di Rosa Simonetta
Greenme.it


domenica 18 aprile 2010

La legge di Dio non è uguale per tuttii?


«Due reti Mediaset, trasmettendo il funerale di Raimondo Vianello, hanno ripreso in primo piano il momento in cui il sacerdote ha distribuito la comunione a Silvio Berlusconi che verosimilmente dovrebbe essere divorziato dalla prima moglie e separato dalla seconda consorte». Lo segnala l'avvocato Giuseppe Fabio Fabiani, di San Benedetto del Tronto (Ascoli Piceno) in un telegramma inviato a papa Benedetto XVI. Il legale propone al pontefice «la possibilità di far ricevere la comunione a tutti gli altri comuni mortali che per vari motivi sono separati o sono stati costretti a separarsi o divorziare e da buoni cristiani soffrono per il divieto loro imposto. Ancora più - sottolinea - quando in televisione vedono che vi è differenza di trattamento anche nella religione tra loro e alcuni privilegiati senza conoscere un base a quale cristiana distinzione». L'avv. Fabiani chiede a Benedetto XVI «di farmi conoscere privatamente o pubblicamente in base a quale privilegio Berlusconi è esonerato da detto divieto».
da Leggo.it

venerdì 16 aprile 2010

V-Day dello Zoo di Radio 105: migliaia a Montecitorio. V come vendetta

Nel silenzio dei media tradizionali, oggi a Roma, proprio davanti a Montecitorio è andato in scena il V-Day V come Vendetta. Organizzato dalla trasmissione Zoo di Radio 105. Questo il video. Aspettiamo da chi c'era un report su come s'è svolta la manifestazione.

giovedì 15 aprile 2010

Striscia la notizia, Bufera sulla Polverini

Bufera sulla neo presidente della Regione Lazio.

Una telecamera di Striscia la Notizia registra una richiesta di raccomandazione da parte del sindaco di Latina Zaccheo per le sue due figlie.

Questo il commento di Repubblica.

Mentre a Latina scoppia un putiferio con il consiglio comunale che dà in massa le dimissioni facendo cadere lo stesso Zaccheo.

Che tristezza infinita

Via agli incentivi statali

Da lastampa.it

Stanziato un fondo totale di 300 milioni. Marcegaglia chiede allargamento al settore del mobile

ROMA - Incentivi al via. Da oggi sarà possibile acquistare con lo sconto ciclomotori, cucine, elettrodomestici, abbonamenti a internet veloce, motori marini e una serie di prodotti industriali come rimorchi, gru per l’edilizia, inverter e motori elettrici industriali, tutti a basso impatto ambientale. Ma per gli interessati sarà una lotta contro il tempo: gli incentivi andranno infatti avanti fino all’esaurimento del fondo da 300 milioni varato con il decreto del governo, e comunque non oltre il 31 dicembre. Il governo calcola già che gli acquisti saranno circa un milione e 150 mila. Un numero che, ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola, «contribuirà a rilanciare i consumi e a rafforzare la crescita economica in questa fase di ripresa ancora lenta e intermittente». L’ottimismo del governo non è però del tutto condiviso dagli industriali che anzi chiedono un allargamento dei settori interessati: «In un Paese che per problemi di debito pubblico non ha avuto di fatto un pacchetto di stimolo, i mezzi a disposizione sono pochi - ha denunciato la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia - e soprattutto sono rimasti fuori alcuni settori fondamentali della nostra economia come il mobile-arredo». Inaugurando il Salone del mobile di Milano, la presidente ha chiesto quindi che ci sia «un ripensamento» e «un’attenzione maggiore proprio nei confronti di questo settore». Appello colto al balzo dal Codacons che incita provocatoriamente il governo ad «aggiungere uno zero», portando lo stanziamento da 300 milioni a 3 miliardi di euro. A rassicurare la Marcegaglia è intervenuta intanto Daniela Santanchè, sottosegretario per l’Attuazione del programma, ricordando che «è già stato organizzato per il 22 aprile un tavolo per studiare le misure più adatte ai problemi del comparto».

Ecco, in sintesi, gli incentivi a disposizione: - MOTOCICLI: 12 milioni per il 10% del costo (20% per elettrici e ibridi), fino a 750 euro (1.500 per elettrici e ibridi). - CUCINE COMPONIBILI: 60 milioni per il 10% del costo e fino a 1.000 euro. - ELETTRODOMESTICI: 50 milioni per il 20% del costo fino a 130 euro per le lavastoviglie, fino a 80 euro per forni elettrici e piani cottura, fino a 100 euro per cucine a gas, fino a 500 euro per cappe climatizzate, fino a 400 euro per pompe di calore per acqua calda. - BANDA LARGA: 20 milioni di euro per 50 euro per nuove attivazioni ai giovani tra i 18 e i 30 anni. - RIMORCHI: 8 milioni di euro. - MACCHINE AGRICOLE E MOVIMENTO TERRA: 20 milioni di euro per 10% costo di listino. - NAUTICA: 20 milioni di euro. Per motori fuoribordo 20% del costo fino a 1.000 euro e per gli stampi per scafi da diporto 50% del prezzo di acquisto fino a 200mila euro per azienda. - GRU A TORRE PER L’EDILIZIA: 40 milioni di euro per il 20% del costo fino a 30mila euro. - EFFICIENZA ENERGETICA INDUSTRIALE: 10 milioni di euro. - IMMOBILI AD ALTA EFFICIENZA ENERGETICA: 60 milioni di euro.

Islanda, il vulcano si sveglia, caos voli

da lastampa.it

REJKYAVIKLa gigantesca nuvola di cenere prodotta dall’eruzione di un vulcano sotto il ghiacciaio Eyjafjallajokull, nel sud dell’Islanda, ha causato un blocco quasi completo del traffico aereo in Nord Europa, con la chiusura dei principali aeroporti. I voli sono stati sospesi su tutta la Gran Bretagna, l’Irlanda e la Danimarca, mentre in Norvegia è stato chiuso lo scalo di Oslo ed interdetto il traffico aereo su gran parte del nord del Paese. Difficoltà si registrano anche in Svezia e in Belgio, dove potrebbe essere chiuso in giornata l’aeroporto di Bruxelles.Conseguentemente, si susseguono le cancellazioni e i ritardi dei voli diretti verso questi Paesi o di quelli la cui rotta interseca lo spazio aereo islandese. Ironicamente, sottolinea il sito di informazione IceNews, l’aeroporto internazionale di Keflavik nel nordovest dell’Islanda rimane aperto: le ceneri si muovono verso est. Lo spazio aereo britannico è stato chiuso a tutti i voli in arrivo a partire dalle 12 ora locale (le 13 in Italia). Lo stesso è avvenuto per lo spazio aereo irlandese, almeno fino alle 20 di questa sera. In Danimarca, le autorità hanno deciso la chiusura dello spazio aereo a partire dalle 18 (locali, stessa ora italiana).In Norvegia, tutto il traffico all’aeroporto di Oslo, è stato annullato dalle 10.00. In precedenza, le autorità avevano sospeso i voli nel nord e nell’ovest del Paese. «Si erano già verificate eruzioni in Islanda, che avevano prodotto nuvole di cenere. Ma mai di queste dimensioni», ha detto alla Cnn il portavoce delle autorità dell’aviazione civile norvegese. In Svezia la navigazione aerea è stata totalmente interrotta la notte scorsa a nord dell’aeroporto di Skellefteaa, 200 chilometri a sud del circolo polare, e nel resto del paese ci sono numerosi ritardi e non sono esclusi altri blocchi. Anche nel nord della Finlandia ci sono delle interruzioni ai voli.Il vulcano, il sesto per grandezza dell’Islanda, si trova sotto il ghiacciaio Eyjafjallajokull, circa 160 chilometri ad est della capitale Reykjavik. «L’eruzione sta facendo fondere parti del ghiacciaio», ha confermato il responsabile della Protezione civile islandese, Rognvaldur Olafsson. Il blocco del traffico aereo è dovuto al fatto che le ceneri vulcaniche causano scarsa visibilità e potenzialmente possono danneggiare i reattori degli aerei.L’eruzione ha provocato anche inondazioni nella parte meridionale dell’isola che non hanno provocato vittime nè danni significativi. L’area interessata dall’eruzione era stata evacuata dalle autorità, circa 800 persone sono state trasferite in luoghi più sicuri.

Le Iene intervistano Gino Strada




Dalla puntata del 14 aprile de "Le Iene", l'intervista a Gino Strada:
http://www.youtube.com/watch?v=X0z6Ipi1Xww

martedì 13 aprile 2010

Lombardo: "I nomi? In procura"

«I nomi e i cognomi, i nomi e iprestanomi sono contenuti in una relazione che abbiamopresentato alla Procura della Repubblica di Palermo». Lo hadetto in aula all'Ars, nel corso del suo intervento, ilpresidente della Regione Siciliana Raffaele Lombardo, parlandodel progetto di un termovalorizzatore a Paternò, in Provinciadi Catania, «dove doveva nascere la società Altecoen chefaceva capo al capomafia della Sicilia orientale», NittoSantapaola. «Basterà - ha aggiunto Lombardo - accertare proprietà,passaggi proprietari e valori di vendita, con nomi e cognomi chesono scritti sulle carte, dove ci sono anche le contrade e lediscariche più o meno abusive. Lì si costruivano mattoniconfezionati da argille contaminate. È tutto nella relazioneche abbiamo consegnato alla Procura». «Il 9 dicembre dissi inquest'aula che subivo uno stillicidio di insulti ispirato da untavolo trasversale ai partiti in cui si è progettato di farcadere il Governo e la legislatura con mezzi politici, se fossebastato, con mezzi mediatico-giudiziari, qualora non fossebastato il primo metodo, o anche fisicamente se non fosserobastati i primi due piani». Lo ha detto in aula all'Ars ilPresidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo.

lunedì 12 aprile 2010

Elezioni amministrative 2010, i ballottaggi in diretta

Ballottaggi in diretta su Repubblica.it

Si torna alle urne in 4 capoluoghi di provincia: Mantova, Macerata, Matera, Vibo Valentia

Merano, disastro ferroviario: almeno sei morti, decine di feriti

da Repubblica.it

BOLZANO
- Disastro ferroviario a Merano. Un treno regionale, il R108 della società di trasporti Sad, è deragliato nella zona di Merano verso le 9:05 di questa mattina. Sei persone sono morte e altre potrebbero essere ancora trovate dentro i vagoni. Secondo i carabinieri di Silandro e i soccorritori, ci sono almeno una ventina di feriti e alcuni anche in gravi condizioni.

Il convoglio era partito da Malles alle 8:20 e sarebbe dovuto arrivare a Merano alle 9:43 ma è uscito dai binari verso le 9:05 nel tratto compreso tra Laces e Castelbello in un punto dove i binari attraversano una stretta gola. La linea è a binario unico.

A causare il deragliamento del treno potrebbe essere uno smottamento del terreno che ha spostato un tratto della sede ferroviaria o, più probabilmente, una frana che ha colpito i binari.

E' stata allertata la macchina della protezione civile che stanno arrivando sul posto dell'incidente dove sta per essere allestita anche una sede operativa da campo della protezione civile. Per facilitare gli spostamenti dei vigili del fuoco e delle ambulanze è stata chiusa la strada statale 38 dello Stelvio.

Il tratto ferroviario è gestito da una società della Provincia autonoma di Bolzano e la linea della Val Venosta, che congiunge gli abitati della vallata con Merano, è una delle più moderne dell'Alto Adige, realizzata su un tracciato preesistente, è stata inaugurata nel 2005.

La linea parte da Malles, in cima alla vallata, nei pressi del confine con l'Austria e con la Svizzera e - con un tracciato affascinante ai piedi di monti alti 3 mila metri e lungo le pendici coltivate a frutteto - arriva a Merano. Di prima mattina il servizio viene rafforzato mentre nei fine settimana i convogli circolano in gran parte in doppia trazione.

domenica 11 aprile 2010

Lombardo: "Martedì farò i nomi dei politici mafiosi"

DA GIORNALETTISMO

Il governatore della Sicilia, indagato in un’inchiesta su Cosa Nostra, annuncia un discorso all’Assemblea per dire chi sono “i politici legati alla mafia e agli affari”.
«Martedì davanti all’Assemblea regionale diremo chi sono i politici legati alla mafia e agli affari». Il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo, concludendo nell’hotel Excelsior di Catania una manifestazione organizzata dal Mpa e dedicata ai giovani e alle donne, si è soffermato sull’indagine della Procura di Catania, dove si era recato ieri per rendere spontanee dichiarazioni. «Sosteniamo e rispettiamo la magistratura - ha detto Lombardo - che, fondamentale com’è per la nostra democrazia, vogliamo libera, forte e indipendente. Per questo non vogliamo che sia privata dello strumento delle intercettazioni».
POLEMICA CON IL PDL – Il governatore non può non riferirsi al disegno di legge sulle intercettazioni, oggi pronto a ritornare nei progetti del governo: l’Mpa, in polemica con mezzo PdL in Sicilia, sembra voler chiudere alle ipotesi di modifica oggi ancora alla Camera. O forse di voler utilizzare questo argomento come merce di scambio per pretendere l’appoggio pieno del partito di Berlusconi nell’assemblea. «Quando poi penso alle incredibili accuse rivoltemi – ha aggiunto il presidente della Regione - mi torna in mente un detto popolare siciliano: ogni impedimento è giovamento. E il giovamento è che la Sicilia ci sostiene nella nostra azione di rinnovamento e che stiamo dando un’accelerazione all’evoluzione del Movimento per le Autonomie. E stiamo dimostrando che la politica è partecipazione e non la farsa dei talk show televisivi».
DI CHE E’ ACCUSATO – Agli atti dell’inchiesta sul governatore, coordinata direttamente dal Procuratore D’Agata ed affidata al procuratore aggiunto Gennaro e ad altri quattro sostituti, ci sono ore ed ore di intercettazioni telefoniche ed ambientali che inguaiano il fratello delPresidente ed il suo autista “personale”. Quest’ultimo, secondo quanto ricostruito dai carabinieri delRos, teneva i rapporti (“da vicino e mai al telefono“) con i boss e gli altri esponenti delle famiglie mafiose. La sua automobile era stata imbottita anche di microspie, ma l’autista le aveva scoperte e in automobile non parlava più. Un’altra parte dell’inchiesta, molto corposa, riguarda gli “affari” dei fratelliLombardo e di esponenti politici e funzionari regionali a loro legati che hanno sostituito i burocrati fedeli all’ex presidente della Regione, Salvatore Cuffaro (anche lui indagato, processato e condannato per favoreggiamento a Cosa Nostra), che controllano ormai tutti i punti vitali della spesa pubblica siciliana, dalla Sanità ai finanziamenti europei, alla formazione professionale, al grande business dell’energia alternativa, fino alla gestione dei rifiuti. L’inchiesta è ormai conclusa, i fratelliLombardo rischiano la richiesta di arresto. Raffaele, anche se presidente della Regione, non gode dell’immunità parlamentare, per il fratello Angelo, invece, sarebbe necessaria l’autorizzazione dellaCamera dei deputati.

Figlio accusa la madre per violazione privacy su Facebook

MILANO – Madre e figlio in tribunale, l’una contro l’altro, per volere del figlio sedicenne di nome Lane. L’accusa che il ragazzo muove alla mamma, Denise New, è di intrusione informatica sul proprio profilo Facebook, modifica di password e diffamazione a mezzo Internet. In poche parole: molestie.

AMMISSIONI – Denise New riconosce di aver cambiato le password, mossa dal buon intento di bloccare l'accesso al social network, e anche di aver scritto tre o quattro post, ma non di aver dovuto fare dell'hacking, in quanto il figlio aveva dimenticato di fare il logout dopo aver usato il computer materno. Ma i motivi veri dell’insinuazione della donna nell’identità sociale del figlio nascono da una telefonata a Denise da parte di un amico di Lane, preoccupato per le intemperanze del giovane a seguito di una storia sentimentale turbolenta.

PREOCCUPAZIONI MATERNE - Pare che Lane, a quanto dichiarava egli stesso in un post su Fb, avesse guidato una notte alla velocità di 150 Km/h, evidentemente turbato dopo un litigio con una ragazza. È probabile insomma che la signora New abbia iniziato a sospettare della vita sociale del ragazzo e, indotta in tentazione dal profilo del figlio aperto sul pc e servito su un piatto d’argento, non abbia resistito a intervenire, motivata probabilmente dalla preoccupazione e dalla convinzione che il social network non fosse cosa buona e giusta (da qui l’idea di bloccarlo): «Credevo di essere perfettamente in diritto di farlo. Ho letto cose che avrebbero fatto rabbrividire chiunque. E ciò nonostante lo perdonerò per avermi accusato di molestie».

IL PROFILO FACEBOOK SECONDO LANE – Lane, dal canto suo, non sembra disposto a perdonare, ferito non solo dall’idea di essere stato spiato, ma addirittura calunniato dalla genitrice. E se l’amore materno è incondizionato, quello filiale non dimostra in questo caso molta comprensione. Del resto il fine che giustifica i mezzi è una vecchia scusa e Lane si è sentito probabilmente violato nella sua identità profonda, mentre Denise ha reagito alla convocazione in tribunale mostrando grande sbigottimento, evidentemente sorpresa che un profilo Facebook possa essere vissuto da un adolescente come qualcosa di così privato e profondo.

CONTROLLO E PRIVACY – Il confine tra esigenze di controllo genitoriale e diritto alla privacy da parte dei minori è sempre più sbiadito, ma la vicenda giudiziaria, svoltasi nella cittadina di Arkadelphia in Arkansas, crea un precedente importante nello stabilire fino a che punto un padre o una madre possano monitorare i propri pargoli. Al di là di Facebook e degli account violati, madre e figlio avevano comunque un rapporto con precedenti complicati. Denise e Lane infatti non vivevano insieme: il ragazzino era stato affidato alla nonna, poiché la madre aveva avuto problemi mentali dopo la separazione dal marito. E mentre il giovane si è riaperto un account sul social network, la prima udienza (fissata per il 12 maggio) deciderà chi ha ragione e spiegherà anche quanto c’entri Facebook in questa storia di incomprensione generazionale.

da corriere.it

sabato 10 aprile 2010

Telecom multata dall'Antitrust

L'Antitrust ha multato Telecom Italia con una sanzione da 115.000 euro per tariffe poco trasparenti del contratto Tim Tutto Compreso 30. Lo si legge nel bollettino dell'organismo di vigilanza. La sanzione è stata comminata per la gestione poco trasparente di tariffe a traffico predeterminato perchè, secondo l'Autorità, Telecom Italia "non ha dato la possibilità agli utenti di monitorare il superamento del bundle e di controllare il traffico dati over bundle, addebitando loro importi estremamente elevati per servizi non utilizzati in maniera consapevole".
L'Authority ha "tenuto conto del comportamento collaborativo di Telecom che ha adottato una serie di misure a favore dei consumatori volte ad affrontare le problematiche oggetto di contestazione, e ha deciso di ridurre la sanzione di 10.000 euro (da 125.000 euro a 115.000 euro)". L'azienda, commentando la decisione dell'Antitrust, precisa che "i rilievi dell'Autorità si riferiscono ad un periodo limitato che va da febbraio ad agosto del 2008".
L'Autorità, continua la nota di Telecom, ha "invece implicitamente riconosciuto che le misure poste in essere da Telecom Italia successivamente a tale data sono idonee a garantire ai clienti un adeguato monitoraggio del traffico dell'offerta in questione".

da it.reuters.com

Precipita aereo polacco, muore il presidente

da lastampa.it

SMOLENSK
L’aereo del presidente polacco Jaroslaw (Lech) Kaczynski, un Tupolev 154, stamattina è precipitato durante l’atterraggio all’aeroporto di Smolensk nella Russia occidentale. Nel disastro sono morte 132 persone. Sul volo proveniente da Varsavia erano a bordo, con il presidente polacco Lech Kaczynski, anche la moglie, il capo di stato maggiore dell’esercito e il vice-ministro degli Esteri, Andrzej Kremer.

Per ora non si sa in quali condizioni sia il presidente, ma si teme sia tra le vittime. «Il presidente polacco Kaczynski era a bordo dell’aereo presidenziale», confermano le autorità polacche che hanno inoltre affermato di non avere informazioni su sopravvissuti. .

Testimoni hanno riferito che l’aereo s'era abbassato nella nebbia verso l'aeroporto. Ha urtato le cime degli alberi con un’ala, è precipitato ed è esploso. A bordo del velivolo si trovava una delegazione di personalità polacche che doveva partecipare alla cerimonia di commemorazione del 70° anniversario della strage di Katyn, eccidio di circa 22.000 ufficiali su ordine di Stalin.

venerdì 9 aprile 2010

Terremoto a L'Aquila docu-film "Eutanasia di un Capoluogo"


S'intitola "Eutanasia di un Capoluogo" il film documentario di Claudio Romano sul terremoto che ha travolto L'Aquila nel 2009. Sedici minuti di immagini ed emozioni che colpiscono.
Operatori di ripresa: Claudio Romano, Mauro John Capece. Aiuto Regia: Marco D'Amelio, Filippo Mancinelli. Voce Narrante: Mara D'Alessandro. Segretaria di edizione: Daniela Fusari, Produzione:
Evoque-Officina d'Arte Cineclub Fedic, Accademia dell'Immagine de L'Aquila, Mauro John Capece Professional Film & Video Prod.

Diritti Tv, "Berlusconi è da processare"


da lastampa.it

I Pm di Milano hanno chiesto il rinvio a giudizio del premier Silvio Berlusconi per frode fiscale e appropriazione indebita nell’ambito dell’inchiesta Mediatrade-Rti su presunte irregolarità nella compravendita di diritti televisivi per creare fondi neri. Lo riportano oggi, in prima pagina, il Corriere della Sera, la Repubblica e il Sole 24 Ore. L’accusa è stata formalizzata dal Pm milanese Fabio De Pasquale, che ha inviato al procuratore aggiunto Bruti Liberati la richiesta di rinvio a giudizio per il presidente del Consiglio e i suoi coimputati. «Non ci stupisce. Era un atto atteso da tempo»il commento del professor Piero Longo che insieme al collega Niccolò Ghedini difende Silvio Berlusconi.

Tra questi, risultano coinvolti nell’inchiesta, per frode fiscale, anche Pier Silvio Berlusconi e Fedele Confalonieri, insieme ad altre 9 persone. Per il premier l’accusa è di frode fiscale, contestata fino al novembre del 2009, per 8 milioni di euro evasi, e di appropriazione indebita, che sarebbe stata consumata tra Milano e Dublino dall’8 febbraio 2003 al 30 novembre 2005, per 34 milioni di dollari. I reati non sono ancora caduti in prescrizione. Berlusconi potrà avvalersi del legittimo impedimento.

Alle contestazioni dei Pm i legali di Mediaset obiettano che «i diritti cinematografici oggetto dell’inchiesta sono stati acquistati a prezzi di mercato» e che «tutti i bilanci e le dichiarazioni fiscali della società sono stati redatti nella più rigorosa osservanza dei dei criteri di trasparenza e delle norme di legge». L’inchiesta Mediatrade è uno stralcio di quella sulla compravendita dei diritti tv Mediaset. Altro stralcio era stata la vicenda della corruzione di Mills. Per questi due casi a Milano sono in corso i processi nei confronti del premier.

Al centro dell’indagine Mediatrade, per la quale il gup di Milano Marina Zelante dovrà valutare la richiesta di rinvio a giudizio per Berlusconi, il figlio Pier Silvio e altre dieci persone, ci sono oltre 34 milioni di dollari contestati come appropriazione indebita aggravata, che riguardano fatti non coperti da prescrizione al presidente del Consiglio, al produttore cinematografico Farouk Agrama e ai manager Daniele Lorenzano, Roberto Pace e Gabriella Ballabio.

I cinque avrebbero operato «all’interno di un sistema di frode utilizzato dalla fine degli anni ’80, in forza del quale i diritti di trasmissione forniti dalla Paramount, in misura minore da altri produttori internazionali, invece che direttamente dai fornitori venivano acquistati da Mediaset a prezzi gonfiati per il tramite di società di comodo riconducibili a Farouk Agrama». Quanto al reato di frode fiscale ipotizzato dai pm ammonta circa a 8 milioni di euro evasi dal 2005 al settembre del 2009.

Il professor Piero Longo, difensore del premier, ha ribadito che la richiesta di processo non è una «sorpresa», in quanto il 22 gennaio scorso era stato notificato l’avviso di chiusura dell’indagine. La richiesta di rinvio a giudizio era già pronta da tempo, ma pare che la Procura abbia preferito attendere la fine del periodo elettorale e la promulgazione della legge sul legittimo impedimento, nei confronti della quale con tutta probabilità da parte della Procura verrà eccepita incostituzionalità.

Al Qaeda minaccia i Mondiali



di GIULIA ZONCA su lastampa.it
La minaccia esce sul sito internet Mushtaqun Lel Jannah (desiderio di paradiso), parole on line che arrivano dai gruppi di al Qaeda e cercano un modo per spaventare, per agitare il Mondiale di calcio: «Quanto sarebbe fantastico sentire il suono di un’esplosione nel bel mezzo della partita tra Inghilterra e Usa, vedere saltare per aria uno stadio stracolmo e contare decine, centinaia di morti. Allah volendo».

L’allarme, tradotto dalla rete americana Cbs, è già sul tavolo dell’Interpol che al momento smentisce un concreto pericolo ma aggiunge a un faldone purtroppo già ampio le ultime visioni sanguinarie. Nel mirino dei terroristi, che si firmano genericamente al Qaeda e fanno sapere di appartenere agli islamici del Magreb, c’è la partita più monitorata del Mondiale: Inghilterra-Usa, in programma il 12 giugno a Rustenburg, nello stadio vicino al ritiro scelto dal ct Fabio Capello. Già a metà gennaio la gara è finita sul tavolo degli investigatori, oggetto delle attenzioni malate dei militanti di al-Shabaab, i somali legati anche al riuscito attentato contro il pullman del Togo in Coppa d’Africa. In quel dossier si ipotizzava una massiccia immigrazione illegale di terroristi dormienti decisi a stare in disparte fino alla Coppa del Mondo.

In Sudafrica ci sono almeno 5 milioni di clandestini e la cellula somala era ed è considerata in espansione, ma solo il 2 aprile, Ronald Noble, il segretario generale dell’Interpol, tranquillizzava i tifosi che progettano un viaggio in Sudafrica: «Il Paese sarà sicuro. Stiamo monitorando tutti i confini e non si tratta solo di negare l’accesso a chi è considerato pericoloso, stiamo mappando il flusso degli ingressi e ogni movimento anomalo sarà intercettato».

Daniel Benjamin, coordinatore delle azioni antiterroristiche per gli Usa è già in Sudafrica per garantire la sicurezza degli Stati Uniti e conferma che «ogni dettaglio viene preso in considerazione, un evento di questo genere è di per sé un target e noi usiamo la massima allerta». Nelle ultime minacce, ancora non tradotte in reale pericolo dall’Interpol, c’è anche l’Italia, inserita nell’elenco di squadre «della campagna sionista contro l’Islam» come scrivono i terroristi internauti. Le altre nazionali citate, oltre a Stati Uniti e Inghilterra, sono Francia e Germania. I responsabili della sicurezza dell’Italia in Sudafrica ieri non hanno ricevuto nessuna particolare richiesta di attenzione, però da mesi lavorano sia su possibili minacce, sia sulla cellula somala al-Shabaab. In ottobre alcuni membri di questo gruppo sono stati arrestati dalla polizia locale in un’operazione condotta con gli Stati Uniti. Secondo gli investigatori e gli esperti della Cia che hanno valutato i profili, i sospetti lavoravano a un attentato alla Coppa della Mondo.

A 62 giorni dai Mondiali, il Sudafrica deve affrontare anche un problema interno: dopo l’assassinio dell’estremista afrikaaner Eugene Terreblanche, i suoi seguaci espongono cartelli contro i Mondiali, «pronti al caos». Ancora minacce, stavolta degli ultimi bianchi recidivi, fermi ai tempi dell’apartheid. Un branco senza vincoli perché il gruppo politico di Terreblanche, Awb, smentisce disordini e rivolte: «Siamo stravolti per il brutale omicidio e certo qualcuno può aver esagerato nelle reazioni, ma noi siamo convinti che i Mondiali siano un’opportunità per la nazione».

Le minacce alla Coppa del mondo al momento restano sotto controllo, attribuite a isterici solitari: presunti terroristi che fanno proclami su internet e certi pazzoidi che manifestano ai funerali dell’ultimo profeta della razza bianca.

giovedì 8 aprile 2010

Stefano Cucchi ucciso dalla negligenza dei medici


Se fosse stato curato adeguatamente, Stefano Cucchi sarebbe ancora vivo. Su quel letto del reparto penitenziario dell’ospedale Pertini di Roma, il geometra trentenne arrestato il 15 ottobre per droga non è morto, solo una settimana dopo, per disidratazione: il giorno prima aveva bevuto tre bicchieri d’acqua. È morto per omissioni e negligenze dei medici. Sono le conclusioni a cui è arrivato il pool guidato dal direttore dell’istituto di medicina legale della Sapienza Paolo Arbarello, che oggi ha illustrato quanto contenuto nella relazione, 147 pagine e oltre 14 mila radiografie, tac e foto, consegnata ai pm della Procura di Roma Vincenzo Barba e Francesca Loy che indagano sulla morte del ragazzo.

«Cucchi non è stato curato bene, non sono state messe in atto terapie che avrebbero potuto scongiurarne la morte, non è stata colta la gravità della sua condizione» spiega lo stesso Arbarello, secondo cui il giovane è morto «per le affezioni che aveva, per il suo quadro clinico: soffriva di ipoglicemia, aveva disturbi epatopancreatici, elettrolitici e bradicardia. In più era cachettico, cioè un soggetto terribilmente magro che ha deciso di non alimentarsi». Insomma, sintetizza l’esperto, «se fosse stato curato in modo adeguato non sarebbe morto». Una conclusione che nella sostanza concorda con quella della commissione parlamentare di inchiesta sul Servizio sanitario, ha fatto notare il presidente Ignazio Marino («le cure mediche devono essere garantite a tutti i cittadini, anche ai detenuti, come prevede la Costituzione» il suo commento).

Su un punto in particolare c’è identità: le fratture trovate sul cadavere di Stefano, forse legate al presunto pestaggio avvenuto nei sotterranei del Tribunale, non sono state mortali. «Alcune - prosegue Arbarello - sono precedenti alla vicenda, altre invece erano recenti e compatibili con una caduta podalica» spiega il medico, ma «non è compito nostro stabilire come sia avvenuta questa caduta». In ogni caso Cucchi «era un paziente che necessitava di essere assistito. Negli altri ospedali in cui è stato visitato, all’infermeria di Regina Coeli e al Fatebenefratelli, la diagnosi è stata corretta. Non sappiamo nè perchè sia stato deciso di portarlo al reparto penitenziario del Pertini, nè perchè non siano state praticate terapie adeguate». «Stefano stava bene, era persino andato in palestra. Lavorava, tutti lo hanno visto - fa notare il legale dei Cucchi, Fabio Anselmo - Dopo il suo arresto, e in virtù di quanto è successo, è stato portato al Pertini dove poi è morto. E anche se le lesioni dolose non sono di per sè mortali, la sequenza causale non si interrompe. Sabato alla Camera presenteremo la nostra relazione: ne emergeranno verità dirompenti». E mentre la Procura punta il dito contro tre guardie carcerarie e sei sanitari, l’Ordine dei medici di Roma ha aperto due fascicoli su altrettanti dottori coinvolti nella vicenda, che saranno ascoltati. Si stanno valutando inoltre le posizioni di altri tre medici.

da lastampa.it

Katerina non ha ucciso suo figlio


Quando chiese al giudice di scarcerare Katerina Mathas, la giovane accusata a Genova dell’omicidio del figlio insieme con Giovanni Antonio Rasero, il pubblico ministero, Marco Airoldi, lo aveva invitato a prendere posizione sui fatti di quella notte maledetta in un residence di Nervi, confrontandosi con la sua visione e, in particolare, con i risultati delle indagini della polizia. E questo è avvenuto, come Il Secolo XIX è in grado di rivelare, dopo aver in parte preso visione dell’ordinanza con cui la Mathas è stata scarcerata: «L’azione omicidiaria - è scritto nel documento firmato dal giudice per le indagini preliminari, Vincenzo Papillo, va attribuita a Rasero con ogni verosimiglianza ». Di più: «In base a quanto emerso nel corso degli accertamenti della squadra mobile, va escluso il concorso doloso, morale e materiale della madre del piccolo Alessandro».

È la chiave del provvedimento che ha annullato la misura cautelare della custodia in carcere per la 26enne, e si fonda su tre pilastri: il Dna sulle tracce estratte dal morso inferto al piedino destro del bimbo, corrispondente a quello dell’agente marittimo; le contraddizioni e le bugie manifeste di cui sono punteggiate le versioni fornite da Rasero nel corso dei quattro interrogatori davanti al Pm; la «linearità» del racconto della madre, che non è mai stato contraddetto dai risultati investigativi e ha mantenuto una certa coerenza.

In poche parole, l’omicidio, per il giudice, si consumò nell’ora e mezza in cui lei uscì dal monolocale per andare in cerca di qualche grammo di cocaina. Convinzione maturata grazie ai fotogrammi delle telecamere di sorveglianza del residence e dall’analisi dei tabulati telefonici.

L’incrocio delle rispettive testimonianze e la lettura degli sms partiti dalla casa del delitto hanno fatto escludere che l’omicidio sia maturato dopo il ritorno della donna nell’alloggio. Resta da capire come sia possibile che Katerina Mathas abbia dormito in quella stanza senza accorgersi che il figlio, a pochi passi, era senza vita.

ilsecoloxix.ilsole24ore.com


mercoledì 7 aprile 2010

Il mistero di Elisa Claps


Lo hanno intitolato «Assassinio nella Cattedrale» dall’omonimo dramma teatrale di T.S. Eliot oppure «un giallo lungo diciassette anni». Si tratta del ritrovamento, in una intercapedine del sottotetto della chiesa della Santissima Trinità situata al centro di Potenza, del cadavere mummificato di Elisa Claps, la sedicenne scomparsa il 12 settembre del 1993, ferita alla gola e soffocata come risulta dai primi rilievi dell’autopsia. Trovata sul lato che guarda via Pretoria, dove passeggia chi ha soldi e successo a Potenza, con il suo volto da adolescente incartapecorito, il braccio destro steso lungo il corpo e i brandelli luridi della sua maglietta bianca che la mamma le aveva fatto coi ferri, coperta dal fango e dalla polvere e dagli escrementi dei piccioni.

Una tragica vicenda che suscita molte domande visto che il vero giallo consiste nel perché né il cadavere, né l’assassino non siano stati scoperti nell’immediatezza dell’evento. Se è vero che non esiste il delitto perfetto, è vero che esistono però indagini assai imperfette. Ed è su questo che oggi chi segue il caso punta il dito. Cominciamo dal giovanotto con la mania di collezionare ciocche di capelli femminili che venne indagato per primo e poi condannato solo per false dichiarazioni. Una pena comminata nel 1994 che lo portò in galera fino al 1998. Parliamo di Danilo Restivo, oggi trentasettenne che attualmente vive in Inghilterra con una moglie molto più grande di lui. Dalle indagini risultò che:

A) La povera Elisa confidò all’amica del cuore che quella mattina del 93 aveva un appuntamento con questo ragazzo ventenne che la ossessionava con le sue richieste di poterla incontrare da sola. Elisa si era sempre sottratta alle insistenze di Danilo ma quella volta aveva accettato-almeno così disse all’amica- anche perché lui le voleva consegnare un regalo.
B) Elisa pregò dunque l’amica con cui sarebbe dovuta andare in gita insieme ai famigliari, di aspettarla davanti alla chiesa e si recò all’appuntamento. L’amica da quel momento non la vide più.

Ma vediamo cosa dichiara Danilo quando viene interrogato. Dice di aver effettivamente incontrato Elisa (esiste infatti un testimone che li ha visti insieme) ma, dopo qualche scambio di parole, ciascuno era andato per suo conto e lui assicura di aver visto Elisa uscire dalla chiesa. E’ la prima bugia perché da quella chiesa, come mostra il ritrovamento del cadavere, Elisa non è mai uscita, ma gli inquirenti non possono saperlo anche se non si capisce perché mai, quando scompare una persona, non vengano scandagliati, innanzitutto, i luoghi dove sicuramente la persona é stata vista per l’ultima volta. In questo caso la chiesa della Santissima Trinità. Ed invece, mentre verranno fatte ricerche della ragazza scomparsa addirittura in Albania sulla base della segnalazione dell’avvocato di un ragazzo albanese coinvolto nei primi momenti in questa storia, non si è mai pensato di perlustrare la chiesa, dando retta alle affermazioni di Danilo Restivo per il quale Elisa era uscita dal luogo sacro a mezzogiorno in punto. Eppure non era spuntato alcun testimone a dire di averla notata in qualche altro posto. Ma c’è di più . Danilo, quel giorno della scomparsa di Elisa, ricorre alle cure di un medico in quanto, secondo la sua versione, avrebbe girovagato da solo per la città, entrando, senza un motivo preciso, in uno dei cantieri delle scale mobili che all’epoca erano in costruzione. Qui si sarebbe ferito cadendo da una scalinata procurandosi un taglio di un centimetro alla mano sinistra che lo indusse a recarsi al pronto soccorso di Potenza per farsi medicare. Racconta che una lastra appuntita gli si sarebbe conficcata tra il pollice e l’indice. Di qui il sangue che macchia il suo giubbotto che verrà messo chissà dove quando lui rientra a casa dove si festeggia il compleanno della madre. Come risulta dal referto medico, Restivo si fece medicare alle 13,45 dunque dalle 12, ora in cui disse di aver lasciato Elisa, c’è un buco di oltre un’ora e mezza in cui il giovane non fu visto da nessuno in grado di confermare i suoi spostamenti. Il medico del Pronto Soccorso che verrà interpellato affermerà che la piccola ferita non solo appariva incompatibile con la caduta ma era anche situata in una parte del corpo poco irrorata dal sangue. Se ne dovrebbe perciò dedurre che non ne era sgorgato in una quantità rilevante al punto da macchiare il giubbotto di Danilo. Un particolare che non viene preso nella dovuta considerazione. Ci si potrebbe domandare perché mai per un’inezia del genere il Restivo, posto che sia reduce da un misfatto, sia ricorso ad un medico ma la spiegazione la fornisce lo stesso Danilo in Tribunale dicendo che non sopporta la vista del sangue al punto che se vede uscire pure una goccia sviene. Ecco spiegato il suo ricorso al medico. La vista del sangue gli fa perdere la testa. Dopodichè, una volta a casa, il giovanotto si cambia e compare a tavola dove immaginiamo che per festeggiare la mamma si pasteggiasse da un pezzo vista l’ora. Ma ecco che stando alle ricostruzioni su testimonianze, il padre di Danilo, Maurizio Restivo, dopo aver ricevuto una telefonata, convoca il figlio in un’altra stanza e lo intrattiene per un buon quarto d’ora. Non si saprà mai che cosa si sono detti padre e figlio e cosa annunciasse quella telefonata. Si sarebbe potuto almeno sapere da chi proveniva se il Pm, nel processo a carico di Restivo, avesse richiesto i tabulati telefonici. E il giubbotto macchiato di sangue, che fine avrà fatto? Gli inquirenti si saranno accorti oppure no di avere a che fare con un tipo assai strano? Quel suo vizio di tagliare e collezionare – ciocche di capelli femminili compiuto sempre sugli autobus.( ci sono decine di testimonianze agli atti – da Torino, Rimini e Potenza – di donne a cui Restivo ha tagliato nel tempo ciocche di capelli.) non denota forse un feticismo ritualistico di natura ossessiva volto a lenire la sua difficoltà ad approcciarsi con le donne, con questo possesso compulsivo di un particolare femminile? La sua , non c’è dubbio, è una personalità complessa e oscura. C’è chi a Potenza non è tenero nemmeno nei confronti di suo padre, Maurizio Restivo, che è stato presidente della locale Biblioteca Nazionale oltrechè pittore e saggista (ha fatto una corposa monografia sulle brigantesse). Su di lui fioriscono le chiacchiere: si dice sia nipote di un potente ministro della Dc, ma la parentela viene smentita da Danilo; si sostiene che sia massone; legato per motivi di associazionismo a Michele Cannizzaro, marito del Pm, la dottoressa Genovese che istruì quel primo processo a Danilo Restivo condannato per false dichiarazioni. Il genitore oggi vive a Erice, città dalla quale proviene ma a Potenza ancora lo ricordano per la sua superbia, per il culto della personalità che era riuscito a creare intorno alla sua figura e, soprattutto, per il suo esibito nietzschianesimo. Per molti questo genitore avrebbe avuto un ruolo nella vicenda Claps. Ma tornando a quel settembre del 1993 in cui scomparve Elisa, ci si domanda oggi come mai , nonostante l’annuale opera di ristrutturazioni che puntualmente veniva fatta nella chiesa della Santissima Trinità dal pignolissimo e accuratissimo parroco don Mimì, defunto nel 2008, (anche su di lui è caduta l’accusa di un comportamento ambiguo), nessuno vide mai cosa celasse il sottotetto. D’accordo che è di difficile accesso e che l’intercapedine nasconde ogni cosa. Sembrerebbe che le prime a mettervi piede sarebbero state le due donne delle pulizie, Margherita Santarsiero e Annalisa, madre e figlia, che nel gennaio scorso avvertirono il viceparroco della possibile presenza nell’intercapedine di resti umani. Il viceparroco, un giovane brasiliano, non avvertì nemmeno il nuovo parroco. Non fece niente. Tanti in questa storia non hanno fatto niente. Si è arrivati così al marzo scorso quando è stata ufficializzata la scoperta del cadavere della povera Elisa compiuta dagli operai saliti fin lassù per mettere riparo alle perdite di acqua. Adesso la chiesa della Santissima Trinità è stata posta sotto sequestro. Quanto a Danilo Restivo, si sa, che venne coinvolto in Inghilterra in un altro giallo.

Nove anni dopo la scomparsa di Elisa Claps, il 12 novembre del 2002, a Bornemouth, nel Dorset, dove Restivo vive da molti anni – perché a Potenza sarebbe in pericolo la sua incolumità fisica – viene trovata morta una donna di quarantotto anni. Si chiama Heather Barnett, e vive a pochi metri dalla casa di Restivo e di sua moglie. Viene trovata morta e seviziata nella vasca da bagno. I seni le sono stati asportati, e in entrambe le mani tiene serrate due ciocche di capelli. Le ciocche di capelli che la Barnett teneva in pugno sono state analizzate per bene, ma non si è mai riusciti a capire a chi appartenessero (di sicuro non appartengono a Elisa). Restivo, che viveva in un appartamento nella zona di Charminster, di fronte a quello della donna, fu arrestato nel 2004 nel corso delle indagini su quel delitto: negò ogni coinvolgimento e fu rilasciato senza alcuna incriminazione. Vale la pena ricordare che quasi sei anni dopo la scomparsa di Elisa Claps nella puntata della trasmissione di Rai3 «Chi l’ha visto» dell’11 maggio 1999, il fratello della povera ragazza, Gildo, fece una rivelazione clamorosa che riaccese i riflettori sul caso sostenendo che sul sito internet dedicato a Elisa dalla famiglia, arrivò un messaggio di posta elettronica in cui si diceva che la ragazza stava bene, che si trovava in Brasile e che non voleva tornare in Italia e rivedere i familiari. La email risultò però inviata non da una località brasiliana ma da un internet point di Potenza. Ma c’è di più. Secondo le verifiche dello stesso fratello di Elisa, il mittente sarebbe stato proprio Danilo Restivo. Quest’ultimo, tramite il suo legale, ha immediatamente smentito nonostante sembrasse certo il fatto che lui fosse presente nel locale il giorno e nell’orario dell’invio (23 aprile 1999, alle ore 21,45). Ora nell’informativa conclusiva consegnata al pm di Salerno Rosa Volpe, Danilo Restivo è l’unico accusato con nome e cognome dell’omicidio di Elisa Claps dalla Squadra mobile di Potenza. Un omicidio preterintenzionale, conseguenza di una pulsione sessuale. Nelle pagine firmate dal vicequestore Barbara Strappato sono ipotizzati anche i profili di altre persone «da identificare» coinvolte nell’occultamento del cadavere e nei depistaggi. Intanto su «Il Quotidiano» di Potenza vengono pubblicate le deliranti email con cui Restivo si mantiene in contatto con un redattore del giornale. Attraverso queste email si apprende di un suo tentativo di suicidio nel 1997 nonché dello sciopero messo in atto (non prende più la toxina salvavita per un malato del morbo di Basedow quale afferma di essere lui) per via delle accuse che gli vengono mosse. A suo giudizio, del tutto ingiuste.

da Diariodelweb.it


"Presi io gli occhiali della claps"

Il viceparroco ammette di averli riposti vicino al corpo senza avere avvisato nessuno

POTENZA — Il vice parroco della chiesa della Santissima Trinità di Potenza, il brasiliano don Vagno, lo scorso fine gennaio (quindi 40 giorni prima del ritrovamento ufficiale), dopo essere stato informato dalle due donne delle pulizie Margherita Santarsiero e sua figlia Annalisa Lo Vito, della presenza di un cadavere nell'abbaino della chiesa, decise di controllare personalmente quella notizia. Si precipitò sopra e vicino a quei resti scorse un paio di occhiali. Li prese, li guardò e poi li ripose vicino al cadavere. Senza interrogarsi più di tanto. Di quel ritrovamento don Vagno non fece cenno con nessuno. Quando la polizia l'ha interrogato, si affrettò a sostenere che avrebbe voluto informare monsignor Agostino Superbo, vescovo di Potenza, ma dopo qualche tentativo per rintracciarlo, la cosa gli passò di mente. Se l'assassino di Elisa Claps dopo aver ucciso la ragazza, ha nascosto il corpo nell'abbaino della chiesa della Santissima Trinità di Potenza, dove è stato scoperto lo scorso 17 marzo, in molti in questi dodici anni avrebbero potuto scorgere quel cadavere. La polizia ipotizza, infatti, anche alla luce dei primi risultati tecnici, che quel luogo è stato a lungo frequentato, anche dopo l'omicidio. Addirittura dopo la scomparsa di Elisa, proprio sul terrazzo che si trova attaccato al luogo dove sono stati trovati i suoi resti, c'è stata una festa. L'avrebbero confermato ai magistrati di Salerno alcuni ragazzi che all'epoca frequentavano il centro Newman.

Alcuni di loro hanno anche dichiarato che la festa era stata organizzata con l'assenso di don Mimì Sabia, il parroco morto due anni fa dopo essere stato per 48 anni l'unico sacerdote a governare la chiesa della Santissima Trinità. I ragazzi erano soliti appartarsi in quei luoghi e avrebbero utilizzato proprio il buio dell'abbaino per qualche momento d'intimità. La scoperta del corpo di Elisa sarebbe, però, potuta avvenire anche molti anni fa. Proprio nel sottotetto, infatti, tra marzo del 1996 e febbraio del 1997, furono eseguiti dei lavori di ristrutturazione. È inspiegabile come nessuno non si sia accorto di nulla. Le indagini per risalire all'autore o agli autori del delitto intanto stanno andando avanti velocemente. Non ci sono al momento certezze su cosa accadde quella mattina del 12 settembre del 1993. La polizia, però, ipotizza che Elisa Claps seguì il suo assassino nell'abbaino della chiesa. Ci sarebbe stato un tentativo di violenza. La ragazza si sarebbe opposta con forza tant'è che l'assassino, forse in preda a un raptus, l'avrebbe soffocata. Gli inquirenti intanto smentiscono la circostanza della coltellata alla schiena, subita dalla giovane. Il particolare è scaturito da una presunta ferita individuata dall'anatomopatologo Francesco Introna, sulla schiena di Elisa. Nei prossimi giorni, intanto, i magistrati procederanno a un nuovo incidente probatorio su altri elementi raccolti dentro la chiesa della Trinità.

da corriere.it

Vieri chiede la revoca dello scudetto '06 all'Inter



Moratti: "Vieri? Fa tristezza. E' una vergogna ribaltare la realtà."

ROMA (3 aprile) - Non ha peli sulla lingua, Massimo Moratti, a proposito dei nuovi sviluppi di "calciopoli": «E' una vergogna - ha detto ai microfoni di Sky prima dell'inizio di Inter-Bologna - Si sta tentando un ribaltamento della realtà che offende e che non ci lascia indifferenti. Capisco che ci si debba difendere, ma si tratta di una vicenda brutta e vergognosa». Poche parole su Christian Vieri, che ha chiesto di revocare lo scudetto 2006 assegnato all'Inter a causa del presunto spionaggio ai suoi danni. «Vieri? Fa tristezza» commentato Moratti.

Parlando delle iniziative dei legali di Luciano Moggi e di Christian Vieri, Moratti ha detto: «Sono due vicende diverse che casualmente escono insieme. Forse c'è una lunga amicizia. M sembra che Mourinho abbia anticipato i tempi. Il giorno prima ha detto quello che sarebbe successo il giorno dopo».

Da ilmessaggero.it

Vieri chiede la revoca dello scudetto '06 all'Inter
Stretto in una morsa. Così deve essersi sentito Massimo Moratti ieri pomeriggio dopo aver appreso due notizie non proprio piacevoli: il testo di una intercettazione tra lui e l’ex designatore Bergamo e la richiesta di Bobo Vieri alla Procura Federale. Bobone, è tornato alla carica chiedendo alla Figc di aprire un fascicolo per la revoca dello scudetto 2005-2006 della società nerazzurra (art.18 del Codice di giustizia sportiva), richiesta sfasata rispetto all’epoca in cui sarebbe stata violata la sua privacy dall’Inter: nella suddetta stagione Vieri era tesserato per i Milan prima e il Monaco poi. Oltre alla revoca del tricolore l’ex giocatore chiede l'interdizione dalle cariche societarie per il presidente Moratti e del vicepresidente Rinaldo Ghelfi (art.19).

Questo sulla scorta degli atti dell'inchiesta penale milanese sui dossier Telecom in cui Vieri compare nell’elenco delle parti lese per una presunta attività di spionaggio ai suoi danni. L’ex attaccante ancora imbufalito per la storia dei pedinamenti e delle ipotizzate acquisizioni dei suoi tabulati telefonici ha avviato una causa civile chiedendo un risarcimento di 12 milioni di euro a Telecom e 9 milioni e 250 mila euro all'Inter perché sarebbe stato controllato indebitamente. Cosa che gli avrebbe causato anche una forte depressione, come rivelato dallo stesso ex giocatori. L’altra offensiva, invece, ha coinvolto la Procura Federale. Il suo legale Danilo Buongiorno spiega: «Il mio assistito si è rivolto alla Procura Federale per una questione di lealtà e di giustizia. L’Inter non è stata leale con lui. É deluso e dispiaciuto, ma per nulla preoccupato perché esercita un diritto visto che è stato danneggiato». La richiesta dell’ex nerazzurro non è nuova. Nel 2006, infatti, dopo l’arresto di Tavaroli, Vieri avanzo un’analoga denuncia alla Procura Federale. L’organo della Figc aprì un fascicolo analizzando le doglianze di Vieri, sentendo inoltre sia Massimo Moratti sia l’ad e vice presidente Rinaldo Ghelfi. Ne seguì l’archiviazione (22 giugno 2007).

La richiesta di riapertura di un procedimento disciplinare da parte della giustizia sportiva verso l’Inter era già stato accennata dal legale dell’ex nerazzurro lo scorso 22 ottobre, dopo l’udienza della causa civile intentata da Vieri contro Inter e Telecom. «Prima però bisognerà valutare gli atti penali acquisti in questa causa», disse l’avvocato Buongiorno. Atti che in questo momento sono al vaglio del Gup. E tra le richieste di rinvio a giudizio ci sono uomini Telecom e Pirelli, ma nessun tesserato dell’Inter.

Da Lastampa.it

L'incidente di Massimo Scattarella a Mattino 5


Massimo Scattarella sta bene e l’operazione al braccio a cui si è sottoposto è andata abbastanza bene. Il concorrente barese del Grande Fratello 10, denominato pitbull per la sua prestanza fisica, è stato ricoverato presso l’ospedale Cto di Milano dopo l’infortunio rimediato a una sfida di braccio di ferro a Mattino 5. In quell’occasione il muscoloso pugliese Massimo Scattarella si è scontrato con Fabrizio in una sfida inizialmente equilibrata e diretta da un arbitro nazionale di braccio di ferro. Una sfida che come aveva detto in diretta tv la presentatrice Federica Panicucci si era già svolta il giorno prima in un ristorante.
Ripercorriamo brevemente l’episodio. L’arbitro nazionale di braccio di ferro ha convocato in diretta tv al programma mattutino di Federica Panicucci i due sfidanti: Massimo e Fabrizio. Il vincente doveva poi sfidarsi con il campione in carica che è Frank Rodriguez. Il giudice ha spiegato le regole principali del gioco ad entrambi i giocatori e subito dopo ha dato il via alla sfida. Dopo otto secondi di sfida il braccio di Massimo Scattarella si è piegato verso il basso nel peggior modo possibile. La sfida è stata vinta da Fabrizio ma nessuno si immaginava un finale simile.

In quello stesso istante Massimo Scattarella ha accusato il colpo al braccio e la conduttrice tv in preda al panico ha invocato più volte la pubblicità. E’ dovuta intervenire subito l’ambulanza che ha trasportato il gieffino al Cto di Milano. Il giorno dopo Federica Panicucci è intervenuta su quanto accaduto il giorno prima a Massimo Scattarella nel suo studio di Mattino 5 e si è collegata con il dottore e chirurgo ortopedico Gianluigi Mantovani.

Il dottore Gianluigi Mantovani ha organizzato l’intervento ed era presente in sala operatoria per tutta la durata dell’operazione. Il chirurgo ha spiegato che l’intervento di Massimo Scattarella non è stato semplice perchè la frattura era a più frammenti. L’esito è stato positivo. Massimo Scattarella è poi intervenuto telefonicamente a Mattino 5 salutando e confortando la presentatrice Federica Panicucci. “Come stai? Ieri - ha detto Massimo Scattarella a Federica Panicucci - ti ho vista molto colpita ed ero preoccupato per te”.

Da Nonmidire.it

martedì 6 aprile 2010

Mauro, dal Gf al trono

Il "rumor" circola insistentemente: Mauro Marin, il vincitore del Grande Fratello 10, potrebbe diventare il nuovo tronista della trasmissione Uomini e Donne. A corteggiarlo potrebbe essere Pamela Compagnucci, ex fidanzata di Federico Mastrostefano, recentemente eliminato da L'isola dei Famosi.

L'ipotesi che Mauro possa diventare il nuovo tronista della trasmissione condotta da Maria De Filippi trova sostegno anche dal fatto che recentemente il salumiere trevigiano è entrato a far parte della scuderia di Lele Mora, che potrebbe averlo agevolato nella sua "scalata al trono". Mauro avrebbe tutte le carte in regola per diventare tronista: è single e soprattutto è osannato dal pubblico, e conta oltre 450.000 fa sulla sua pagina di Facebook

Mauro Marin non è comunque l’unico candidato all’ambito trono: nei giorni scorsi sono circolati anche i nomi di Maurizio Pizzagalli (il corteggiatore eliminato da Ramona Amodeo), Benedetta De Perna (ex corteggiatrice di Gionatan Giannotti e Federico D’Aganno) e quello della stessa Pamela Conmpagnucci, scaricata in diretta dall'ex Federico Mastrostefano.

Da: Splinde.it


Maxi-multa a L'Oreal per pubblicità ingannevole


Le false promesse a volte, per fortuna, si pagano. E' successo a l'Oreal, l'azienda leader della cosmesi in Italia e nel mondo, che è stata sanzionata con una multa di 270mila euro per aver illuso le sue clienti con pubblicità ingannevole. All'Autorità garante della concorrenza e del mercato è arrivata una segnalazione da parte dell'Associazione Avvocati dei consumatori con sede a Bari.

Tre le pubblicità ingannevoli di prodotti cosmetici finite nel mirino dell'Autorità. I prodotti in questione sono la crema contro le rughe LiftActiv Retinol HA, a marchio Vichy, l'anticellulite Cellumetric a marchio Vichy e l'antirughe denominato Ultralift a marchio Garnier. Questi prodotti sono stati reclamizzati, sul web, sui giornali e anche in tv, in modo scorretto, esaltando caratteristiche scientifiche che i prodotti non hanno ed effetti "miracolosi" ben lontani da quelli reali.

"Il ricorrente utilizzo di vocaboli evocativi di un facile rassodamento e snellimento di alcune parti del corpo - si legge nel bollettino dell'Antitrust - così come quello di rapidi ed incisivi effetti di ringiovanimento della pelle - associato alla presenza di figure femminili e dalla silhouette esile nonché di testimonial dal volto disteso e privo di rughe - hanno un elevato valore persuasivo nei confronti del consumatore medio, inducendolo nell'erroneo convincimento di poter eliminare, con il semplice uso dei prodotti in oggetto, qualsiasi problematica estetica legata agli inestetismi della cellulite, ovvero alla comparsa delle rughe sul volto o all'invecchiamento della pelle e conseguentemente ad assumere decisioni di carattere commerciale che altrimenti non avrebbe assunto".

Inter - Cska Mosca: Sneijder porta i neroazzurri in semifinale

Una punizione di destro di Sneijder da 25 metri con la palla che passa sotto la barriera ed entra al centro della porta. Questa l'azione che manda in visibilio tutto il popolo neroazzurro: l'Inter si qualifica così per la semifinale della Champions League.

La diretta e la sistesi di Repubblica.it

Massimo Fini: la replica alle accuse delle donne offese


Ho scritto che le donne “sono una razza nemica”. Non mi sono mai sognato di dire che siano inferiori a chicchessia. Se la lettrice Cristina Di Bortolo avesse letto il mio articolo con “un minimo di cervello” avrebbe capito che, al contrario, considero la donna, meglio: la femmina, molto più vitale del maschio. È lei, che procrea, la protagonista del gran gioco della vita (quello reale, non quello virtuale) mentre il maschio è un fuoco malinconico e transeunte animato da un oscuro istinto di morte (“La donna è orgiastica, baccante, dionisiaca, caotica, per lei nessuna regola, nessun principio può valere più di un istinto vitale”). La donna è la vita, l’uomo è la legge, la regola, il rigore, la morte (il contrasto tra Antigone e Creonte in Sofocle). Non a caso nella tradizione kabbalistica, e peraltro anche in Platone, quando l’Essere primigenio, dopo la caduta, si scinde in due la Donna viene definita “la Vita” o “la Vivente” mentre l’Uomo è colui che “è escluso dall’Albero della Vita”. È per riempire questo vuoto, per sopperire a questa impotenza procreativa (“l’invidia del pene” è una sciocchezza freudiana), che l’uomo si è inventato di tutto, la letteratura, la filosofia, la scienza, il diritto, il gioco regolato e il gioco di tutti i giochi, la guerra, che però oggi ha perso quasi tutto il suo fascino perché affidata alle macchine e anche perché in campo han voluto entrare pure le stronzette che pretendono di fare i soldati e vogliono fare, con i loro foularini, le corrispondenti di guerra (Ma state a casa, cretine, a fare figli. L’interesse della donna per la guerra è una perversione degli istinti. La donna, che dà la vita, non ha mai amato questo gioco di morte, tipicamente maschile. Ma ormai così è: le più assatanate guerrafondaie di questi ultimi anni sono state la Albright, Emma Bonino e quella pseudodonna e pseudonera di Condoleezza Rice). Della vitalità della donna fa parte anche la sua curiosità. Che può avere conseguenze catastrofiche. Ma è mai possibile che con tutte le mele che c’erano lei sia andata a mangiare proprio quella che Domineiddio aveva proibito? (da lì sono cominciati tutti i nostri guai, porca Eva). Comunque sia è vero che da quando si sono “liberate” si sono appiattite sul maschile, diventandone una parodia, e insieme alla femminilità hanno perso anche il loro fiore più falso e più bello, il pudore, per il quale valeva la pena, appunto, di corteggiarle. Han perso la sapienza delle loro nonne alle quali bastava far intravedere la caviglia. Rivestitevi, sciocchine. All’uomo non interessa la vostra nudità, ma scartocciare, lentamente, la colorata e inquietante caramella anche se, alla fine, c’è sempre la solita, deludente, cosa. In quanto a Lisistrata, cara Truzzi, il suo sciopero del sesso fallì completamente. Perché le spose dei guerrieri continuarono a fare i consueti lavori di casa. Essere accuditi senza nemmeno avere l’obbligo di scoparle: l’Eden ritrovato. Inoltre ogni maschio bennato di fronte alla scelta fra la donna e la guerra non ha dubbi: sceglie la guerra (e persino il calcio, che ne è una metafora). La lettrice Roberta Pesole mi confonde con quei nove milioni di uomini che, dice, vanno a puttane. Posso rassicurarla, nel mio “Di(zion)ario erotico-Manuale contro la donna a favore della femmina” ho scritto “pagare una donna per fare l’amore, c’è qualcosa di più insensato? Ma come, io faccio la fatica di scoparti e ti devo pure pagare? Ma siamo diventati matti?”. Infine nella mia vita ho conosciuto molte donne intelligenti, ironiche e anche autoironiche. Ma nessuna che non fosse permalosa. Come la valanga di insulti che mi è stata rovesciata addosso dimostra.