mercoledì 30 giugno 2010

Mercato Inter, tutti i movimenti

da calciomercatoweb

MILANO - Chivu via dall’Inter? Assolutamente no, parola del suo procuratore. “La prossima settimana dovrei torna re in Italia dove ero fino a domenica, ma per vacanza. Cristian via dall’Inter? No, assolu­tamente.Lui resterà a Milano“. Anche Orlandoni resterà in rosa: “Ero attratto dall’idea di entrare nello staff tecnico -ha detto Orlandoni -ma continuare un altro anno a giocare era la mia prima opzione. Ringrazio il presi dente Moratti e la società”. Sarà il terzo portiere.
Sarebbe Xabi Alonso la chiave di volta per il passaggio di Maicon al Real Madrid. Il terzino destro dell’Inter è ritenuto indispensabile dal tecnico Mourinho, ma fino ad ora le contropartite tecniche proposte dai blancos ai meneghini (Drenthe, Gago, M.Diarra) non sono piaciute. Ed è così che è stata formulata la richiesta di Xabi Alonso (più 5-6 milioni) per avere il giocatore brasiliano. Al Real quest’anno il centrocampista non ha propriamente brillato, come tutta la squadra, mentre a Milano ritroverebbe Benitez, tecnico con il quale ha già alzato una Coppa Campioni con la maglia del Liverpool.
Mario Balotelli, genio e sregolatezza del calcio italiano si è diplomato come ragioniere presso un istituto privato lombardo, e alla sua uscita ha dichiarato: “Piaccio a Benitez? Ne sono contento. Piaccio anche all’Arsenal? Sono contento anche di questo. Cosa penso di Mancini? E’ stato colui che mi ha fatto esordire in Italia. Milan? Macchè! Chi tifo ai mondiali? Dopo l’uscita dell’Italia non tifo nessuno, sono curioso di vedere Argentina-Germania perchè sarà una bella partita”.

Mercato Juve, tutti i movimenti

Da calciomercatoweb

TORINO – Milos Krasic alza la voce. L’esterno serbo del Cska Mosca vuole assolutamente la Juventus e lo ha rivelato ieri anche alla dirigenza del Cska Mosca: “O vado alla Juventus o rispetto il mio contratto fino alla fine per poi andare via a parametro zero”. Krasic ha un contratto fino a dicembre del 2011, quindi tra un anno circa, per questo il Cska Mosca starebbe prendendo in esame l’offerta della Juventus sperando in un rilancio dei bianconeri.

Il sogno di Angelo Palombo si chiama sempre Juventus. Il capitano della Sampdoria, deluso ancora per un Mondiale trascorso ai margini senza esser mai stato preso in considerazione da Lippi, ha voglia di fare il salto di qualità, e – come trapelato nei giorni scorsi dal ritiro sudafricano degli azzurri – di raggiungere soprattutto il suo ex allenatore Del Neri. L’ostacolo resta il presidente Garrone poco intenzione a svendere il suo capitano e soprattutto concedere altri regali alla Juventus dell’ex Marotta. Sull’azzurro resta vivo anche l’interesse dell’Inter.

I russi ritornano alla carica. Come si legge sulle pagine del Corriere dello Sport, lo Zenit sarebbe nuovamente sulle tracce di Vincenzo Iaquinta, già nel mirino del club di San Pietroburgo nella scorsa finestra estiva del mercato. Spalletti stravede per il suo ex pupillo e, dopo l’idilliaca esperienza di qualche anno fa all’Udinese, sarebbe ben felice di riaverlo a sua disposizione stavolta nella Russian Premier League. La Juventus, a fronte di un’allettante offerta, potrebbe anche decidere di privarsi dell’attaccante calabrese per fare cassa e permettere così al dg Marotta di sferrare l’attacco decisivo per Dzeko o Pazzini.

TORINO – C’è la fermissima volontà del serbo a vestire solamente la maglia della Juventus, rifiutando l’offerta seppur allettante del Manchester City di Mancini. Krasic infatti avrebbe comunicato personalmente ai vertici del Cska Mosca, detentori del suo cartellino, di voler andare solamente in Italia e che se non lo accontenteranno rimarrà a Mosca per onorare il suo ultimo anno di contratto e liberarsi a parametro zero nel 2011. E d’altronde fra l’offerta della Juve (15 milioni) e le richieste del Cska (16,5 milioni) non sembra esserci tutta questa differenza. Cederanno i russi?

TORINO – Si parla molto delle operazioni in entrata in casa Juve, ma ben poco del mercato in uscita. Tra le voci che girano c’è quella di un ritorno di fiamma che riguarda Iaquinta da parte dello Zenit di Spalletti, suo ex allenatore ai tempi dell’Udinese e che non ha mai nascosto il suo apprezzamento per l’attaccante bianconero. Posto che la squadra russa non avrebbe problemi nell’accontentare dal punto di vista economico sia società che giocatore, resta da capire quale possa essere l’appeal del campionato russo per l’attaccante della nazionale, che per ora ha intenzione solo di godersi le vacanze.

Il mistero di Stefania Puglisi

Scomparso

da Chi l'ha visto?

Stefania Puglisi

Età:10(al momento della scomparsa)
Scomparso da:Catania
Data della scomparsa:06/12/1981

Alle sette di sera del 6 dicembre 1981 Stefania Puglisi, dieci anni, scompare misteriosamente da San Giovanni Galermo, un borgo di Catania sulle prime falde dell'Etna. La bambina esce dalla casa della nonna, dove si era recata con la mamma e i fratellini, per andare a prendere uno scatolone di cartone per metterci dentro gli addobbi natalizi. Pensa di trovare la scatola a casa sua o forse nella discarica adiacente il caseggiato popolare. Per strada è buio, fa freddo, l'unica luce è quella delle lampadine sotto il porticato dei caseggiati, e la piccola si avvia verso casa, che si trova proprio lì vicino, a soli cinquanta metri di distanza. Stefania percorre il breve tragitto stringendo al petto un piccolo Pinocchio, il suo giocattolo preferito. Sotto il portone incontra un'amichetta; le due bambine si scambiano qualche frase, ma a un certo punto la loro attenzione è attirata da qualcosa. Si voltano verso la zona buia, a ridosso di alcune case in costruzione. C'è una macchina ferma, una Fiat 500 di colore chiaro, con a bordo un uomo. Secondo un testimone, l’uomo chiama Stefania e lei va verso la macchina, mentre l'altra bambina torna a casa stringendo in braccio il Pinocchietto della sua amica. Stefania sarebbe stata spinta a forza a bordo dell’auto. Sua madre arriva dopo pochi minuti, la chiama a gran voce, ma inutilmente. Da allora della bimba si è persa ogni traccia. Il presunto testimone del rapimento, che ora non si trova più in Italia, avrebbe subìto diverse minacce, ma non si sa da parte di chi.


Tra le diverse ipotesi, c'è quella del maniaco. Pochi giorni prima della scomparsa, alcuni strani personaggi si erano aggirati nella zona. Forse erano andati in avanscoperta per individuare, tra gli appartamenti ancora non assegnati del complesso popolare, quelli che si potevano occupare. Oppure, secondo altri, si sarebbe trattato di maniaci che molestavano le bambine del quartiere. Sembra però strano che Stefania abbia accettato tranquillamente di avvicinarsi ad uno sconosciuto.

Dopo la scomparsa della bambina, la famiglia Puglisi è tempestata da telefonate anonime che segnalano con precisione la presenza di Stefania in diversi appartamenti della città. Ma quando la polizia arriva nei diversi posti indicati trova, invece della bambina, armi, droga, e varie refurtive. La scomparsa di Stefania viene usata a Catania come pretesto per una guerra tutta privata tra famiglie, clan, gruppi contrapposti. In queste condizioni, le indagini diventano ancora più difficili.

Il 26 gennaio 1993, dodici anni dopo la scomparsa, Samuele Ventura, 29 anni, viene ucciso con 6 colpi di pistola nel quartiere Picanello, mentre sta tornando nel carcere di Bronte. Il fatto viene catalogato come episodio della malavita locale. Un anno dopo, nell’aula bunker le Vallette di Torino, durante un maxi-processo per mafia, un pentito dichiara che quel delitto era stato commesso per punire l’autore dell’omicidio di Stefania Puglisi. La mafia aveva “fatto giustizia”. Ma è possibile che questa dichiarazione sia stata resa dal pentito per ottenere uno sconto di pena.

I genitori di Stefania sono convinti che a rapire Stefania sia stato un parente, con il quale ci sono rapporti molto tesi, che a loro dire rasentano l'odio. L’uomo avrebbe rivolto delle minacce contro i loro bambini pochi giorni prima della scomparsa. Ma la polizia non ha mai dato credito a questa ipotesi.

All’inizio del 1987, questo parente è stato pestato a sangue da alcuni individui, che mentre lo torturavano e lo derubavano, gli chiedevano notizie della bambina scomparsa. Una losca vicenda nella quale fu coinvolto anche uno zio di Stefania.

martedì 29 giugno 2010

La biografia di Clio, la ragazza che su Youtube insegna a truccare

lio nasce tra le verdi montagne Bellunesi una mattina di Novembre, 27 anni fa.

Trascorre la sua infanzia felice, circondata dalla natura rigogliosa delle Dolomiti in compagnia dei nonni Antonietta aka Anto, Germano aka Girmi, Rina e Vittorio, per gli amici Toio (grande estimatore di gelato!)

Sarà per le cromìe con cui la natura la cullava, sarà per la sua spiccata curiosità, ma Clio scopre l’amore per i colori (e probabilmente per il trucco) in tenerissima età. Una tela, qualche pastello, delle tempere e via, i quadri astratti, coloratissimi che dipingeva da bambina, adornano ancora oggi le pareti della sua casa natale a Belluno.

Ad un certo punto della sua infazia Clio deve essersi chiesta tra sè e sè: “Ma perchè limitarsi ad una superfice piatta e statica come una tela quando ci si può tranquillamente dipingere tutta la faccia!?”

E fu così che la perdemmo nei meandri del trucco… prima con i pochissimi cosmetici della mamma, poi come ben sapete un ombretto tira l’altro e Clio non si è piu’ fermata, il trucco divenne a poco a poco una sua grandissima passione.

La giovinezza trascorre serena tra Italia e Germania, nascono i primi amori, le amicizie che l’accompagneranno lungo il suo cammino di crescita…

FAST FORWARD

Milano, Marzo 2006, Clio frequenta il corso di Video Design all’Istituto Europeo di Design. Durante una interessantissima (seppur per lei noiosissima) lezione di Comunicazione Contemporanea conosce quello che sarà l’amore della sua vita, Claudio.

I due si conoscono da appena una settimana, ma subito scatta qualcosa di speciale tra loro e, in men che non si dica, si ritrovano a vivere sotto lo stesso tetto insieme ad un gruppo di amiche, Laura e Francesca…innumerevoli le serate passate a guardare Sex and The City! :)

L’unione tra i due si consolida col tempo, lei esordisce prendendolo per la gola cucinandogli una fiorentina dal peso considerevole, lui risponde insegnandole i primi trucchi… ma con il computer! Claudio a poco a poco diventa un bellunese d’adozione, passando il caratteristico “Rituale del Pastin”, rigorosamente cucinato dalle sapienti mani di nonna Anto.

Maggio 2007, arriva il momento della tesi finale allo IED, Clio fa parte del team che produrrà il video ”Vitellopoli’ per la canzone ‘Il vitello dai piedi di balsa’ degli Elio e le storie tese…tutto fila liscio, il progetto viene accolto positivamente da pubblico e critica ma ora Clio si trova davanti ad una scelta cruciale: cosa fare dopo l’università? Il campo della produzione video non la attira particolarmente, che fare?

Claudio le propone un’idea:’Che ne dici se ce ne andiamo in America?? Io studio design, tu makeup!’ Clio coglie subito le possibilità che gli Stati Uniti, e in particolare una città come New York possono offrire, fa armi(o forse sarebbe piu’ appropriato dire pennelli) e bagagli e parte alla volta della grande mela.

Gli inizi sono duri, una città enorme e sconosciuta, nessuna persona su cui contare a parte Claudio, una vita nuova da costruire sin dalle fondamenta, ma una certezza: la forza che solo una vera passione riesce a darti per andare avanti e raggiungere il tuo sogno.

Come dicono gli americani ‘First things first’… prima cosa: l’Inglese!

Alla New York University ci sono degli ottimi corsi intensivi e in tre mesi, anche grazie alla sua conoscenza del tedesco, Clio riesce ad apprendere le basi di una lingua a lei prima quasi totalmente sconosciuta.

OK, ora che fare?

Prossima meta il makeup! Si inizia dalla ricerca di una scuola valida; tante le offerte ma poca sostanza… fino al momento in cui Clio sente parlare della MUD, una sigla un po’ sgraziata che pero’ Clio scopre stare al Makeup come MIT alla tecnologia.

Al Make Up Designory Clio trova un ambiente che le dà la possibilità di dare libero sfogo alle sue fantasie di trucco piu’ sfrenate, trucco HD? fatto, makeup con l’aerografo… perchè no?!Ogni giorno torna a casa stanca, ma felice di avere imparato tantissimo ed aver conosciuto delle persone valide.

La scuola è impegnativa, tutti i giorni dalla mattina alla sera non stop, ma il fine settimana è libero… che fare?

Da Claudio un consiglio: ‘Perchè non ti eserciti a casa davanti alla telecamera e poi metti i video su Youtube? Cosi’ la tua tecnica migliora ed in piu’ condividi i segreti del trucco con altre persone…’

Clio inizialmente non è molto convinta, ma finalmente si decide ad iniziare…ecco il primo video di presentazione su Youtube! E’ emozionatissima, la telecamera per lei non è uno strumento nuovo, ma è una delle prime volte dove si trova dall’altra parte dell’obbiettivo, che imbarazzo!

Cosi’ un po’ per caso nasce il canale ClioMakeUp, inizialmente gli iscritti sono pochini, ma agguerriti! eheheh :)

A poco a poco la voce si diffonde ed il canale inizia a crescere 100, 200,1000, 6000 iscritti e tutto grazie al passaparola! Dopo arriva il libro, la collaborazione con Pupa, ma penso che questo ormai lo conosciate eh?!

Clio vive a Brooklyn con Claudio e Mimi, due bestioline a cui vuole un mondo di bene… continua ad inseguire il suo sogno.

da cliomakeup.com


lunedì 21 giugno 2010

Una quarantenne premier in Finlandia

BRUXELLES - Per gli antichi finnici, quello di oggi era il solstizio d’estate consacrato a Ukko, il dio maschile del tuono e della paternità fecondatrice. Per i finlandesi del 2010, è invece il giorno in cui un’altra donna, e mamma, arriva ai vertici dello Stato: Mari Kiviniemi, del Partito di Centro, 41 anni e 2 bambini, figlia di contadini e laureata in scienze politiche, nonché pattinatrice provetta, è da oggi primo ministro; così come Tarja Kaarina Halonen, 67 anni, una figlia, è ormai da 10 anni presidente della repubblica. E così come sono donne 11 dei 20 ministri dell’attuale governo. In Finlandia si parla molto poco, anzi non si parla mai, delle cosiddette «quote rosa» che molto più a Sud riempiono i programmi e i discorsi di tanti politici. Ma la presenza femminile nella politica, come in tutte le professioni, ha radici antiche e solide. In questo Paese le donne poterono votare ed essere elette già dal 1906, quando ancora la Finlandia era un granducato sotto l’ala dello zar di Russia, e ben prima che ciò avvenisse in tanti altri angoli del mondo.

Nelle prime elezioni parlamentari finlandesi, concesse nel 1907, già 19 fra gli eletti dal popolo portavano la gonna: una percentuale incredibile per le tradizioni politiche del tempo. La prima donna entrò nel governo nel 1926, come ministro degli Affari sociali. E fra i 550 ministri succedutisi nei 70 governi da che il Paese è indipendente, le donne ci sono sempre state in buon numero e anche con portafogli «pesanti»: da Elisabeth Rehn, ministro della Difesa nel 1995, a Tarja Kaarina Halonen, ministro degli Esteri e speaker del Parlamento prima di salire alla presidenza della Repubblica; o ad Anneli Jäätteenmäki, altra donna premier, nel 2003, seppure solo per 69 giorni (la buttò giù uno scandalo). Da anni, nell’Eduskunta, il Parlamento nazionale, difficilmente la percentuale delle donne scende al di sotto del 38%. E però, quote rosa o no, la notizia di oggi resta davvero una prima assoluta: non era mai accaduto che due donne occupassero contemporaneamente i due posti più alti dello Stato. Notizia che si accompagna a un’altra, di cui pure i finlandesi non parlano molto, forse per scaramanzia: senza clamori, il loro Paese sembra pian piano superare la tempesta della crisi, assai meglio di altri.

Per esempio è piazzato assai bene nella classifica internazionale della libertà d’impresa che esamina i vincoli posti dalla burocrazia, o dalla corruzione, alla creatività imprenditoriale: la Finlandia è al diciassettesimo posto nel mondo, e all’ottavo fra i 43 Paesi della regione europea. Entro i suoi confini, ci vogliono circa 14 giorni per dare il via a un’impresa, contro una media mondiale di 35 giorni. L’Italia, tanto per fare un confronto, è al posto 74 della classifica mondiale, e al posto 35 di quella europea (ma «impone» solo 10 giorni di attesa per l’avvio di un’attività, sempre che non sia implicata la richiesta di una licenza). In questa cornice, Mari Kiviniemi si avvia a fare la sua prova da primo ministro. Che non sarà facile: se le banche austriache o tedesche sono esposte in Paesi come l’Ungheria, o la Lettonia, o la Romania, quelle finlandesi hanno nervi scoperti proprio sul Baltico, in quell’Estonia che per ragioni storiche e culturali resta una sorta di «sorella minore», e che sta per aderire all’euro. Chi conosce la signora Kiviniemi assicura comunque che ha nervi saldi, come le lame dei pattini sui cui trascorre molti pomeriggi domenicali. Qualche mese fa, nel mezzo di una tempestosa riunione del suo partito, cercando di restar seria propose una mozione per far riscaldare l’acqua troppo fredda nella piscina interna del Parlamento: e il litigio che già stava per scoppiare fra gli «altri», gli uomini, si sciolse in una risata.

da corriere.it

domenica 20 giugno 2010

MONDIALI 2010, ITALIA: ROSA,
QUOTE, NEWS, ULTIMISSIME, RISULTATI


da Leggo.it

Daniele De Rossi, anima del centrocampo italiano

La nostra nazionale arriva ai Mondiali 2010 con tante incognite: le scelte di Marcello Lippi sono parse ai più inspiegabili, e questa squadra deve ancora trovare i giusti meccanismi di gioco. Inoltre, l'infortunio occorso a Pirlo è stato una dura tegola per Cannavaro e compagni, perché verrà a mancare, almeno all'inizio della kermesse sudafricana, l'unico uomo capace di impostare il gioco degli azzurri. Così, mentre tutta l'Italia, Lippi in primis, resta col fiato sospeso in attesa di sapere se il regista del Milan potrà essere dei nostri, tante restano le domande ancora aperte sul nostro destino in questi Mondiali. I meccanisimi difensivi non sono ancora ottimali, così come tanti sono i dubbi sull'attacco. E' vero, Lippi non ha convocato alcuni dei più grandi talenti del nostro calcio (superfluo fare i nomi, che sono sempre gli stessi), ma nelle sue scelte finali ha prevalso la voglia di affidarsi alla duttilità di tanti attaccanti (come Di Natale e Quagliarella) e forse, alla fine, il tecnico di Viareggio potrebbe tirar fuori dal cilindro mosse che potrebbero rivelarsi, a sorpresa, vincenti. L'amichevole con il Messico, però, è stata un chiaro avvertimento: andare avanti non sarà facile. Ripetere l'impresa di Berlino appare proibitivo, ma nel calcio non si può dare nulla per scontato e solo il campo potrà dare il responso sul destino dell'Italia.

LE ULTIMISSIME:

Lippi: "Siamo pronti" (19 giugno)
Palla bassa e pedalare. Marcello Lippi rivede un vecchio detto del calcio italiano per spiegare quale sia il segreto per battere la Nuova Zelanda e far decollare il mondiale dell'Italia. Anche perchè sente che la squadra è finalmente pronta, e certi stenti dell'alta nobiltà europea del calcio a Sudafrica 2010 proprio dispiacere non devono avergli fatto. «Ma io - spiega il ct azzurro nella conferenza stampa della vigilia - non mi interesso di quello che fanno gli altri. Certo - aggiunge sardonico - i risultati di Spagna, Germania, Inghilterra e Francia confermano quello che ho sempre detto». Ovvero? «Ovvero che quello che si vede e dice prima del mondiale conta nulla». Quindi, via col mondiale che per lui è solo quello dell'Italia. Perchè di Anelka e Domenech non vuole parlare (anche se aggiunge «io non solidarizzo con nessuno»), e neppure dei tanti spifferi che nel mondiale del freddo soffiano sulle spalle dei ct. «Di modifiche alla nostra formazione - dunque spiega - non parlo, non riduciamo tutto a un modulo e a una scelta di nomi». Che lui per la verità dovrebbe avere fatto da giorni puntando su un 4-4-2 con Marchisio a sinistra a centrocampo e Pepe a destra, a sostegno della coppia Gilardino-Iaquinta in avanti. Comunque chiarisce «rispetto all' esordio siamo più sciolti, cresciuti sul piano psicologico e fisico: in sostanza siamo pronti. È ovviamente una gara che dobbiamo vincere se vogliamo andare avanti. Dalla Nuova Zelanda cosa mi aspetto? Certo non dobbiamo temerla su piano tecnico, ma fisicità o colpi di testa sono buoni.. Che gara richiede una squadra così?? Attenzione su calci piazzati, quanto più velocità e palla bassa possibile». Accarezza i cronisti latinoamericani, con qualche complimento a Messico, Cile, Uruguay e Paraguay. Poi dà un segnale a Pirlo: «sta migliorando, da lunedì si allenerà con il gruppo, anche se non so con quale intensità». Nega di avere urlato agli attaccanti, in allenamento: «No, mi riferivo all'intera finalizzazione, non al solo reparto offensivo». Ma il clima che avverte Lippi è buono: «La squadra ècresciuta sotto tanti aspetti è stata una settimana di lavoro molto positiva. Siamo davvero pronti, ma senza fare proclami perchè proprio non è il caso». Tra l'altro è d'accrdo con il ct neozelandese Herbert: «Noi abbiamo molto da perdere, vale a dire il passaggio del turno: perciò domani lavoreremo sodo». Sul dualismo Pazzini-Gilardino innescato anche da qualche frase di Montolivo ironizza: «Che cosa vi deve dire lui, è amico di entrambi?». Nega di avere perso la speranza di recuperare Buffon: «Non ci dobbiamo dimenticare nè che manca lui nè che manca Pirlo. E poi che abbiamo cominciato cominciato il ritiro con i problemi di Chiellini, Camoranesi e Marchisio. Ma se una squadra si mette a piangere su assenze e problemi?Non è stato un inizio fortunato, ma ora siamo in buona condizione e lo stato d'animo squadra è buono: ci crede». Non basta però: «Infatti - chiude Lippi - ora dobbiamo trasferire tutto sul campo».

Italia-Nuova Zelanda, probabili formazioni (19 giugno)
Queste le probabili formazioni di Italia-Nuova Zelanda, partita della seconda giornata del gruppo F dei Mondiali in programma domani allo stadio Mbombela di Nelspruit:
ITALIA (4-4-2): 12 Marchetti, 19 Zambrotta, 5 Cannavaro, 4 Chiellini, 3 Criscito, 7 Pepe, 6 De Rossi, 22 Montolivo, 15 Marchisio, 11 Gilardino, 9 Iaquinta (14 De Sanctis, 23 Bonucci, 13 Bocchetti, 2 Maggio, 8 Gattuso, 16 Camoranesi, 17 Palombo, 21 Pirlo, 10 Di Natale, 20 Pazzini, 18 Quagliarella). All.: Lippi.
NUOVA ZELANDA (3-4-3): 1 Paston, 4 Reid, 6 Nelsen, 19 Smith, 11 Bertos, 5 Vicelich, 7 Elliott, 3 Lochead, 9 Smeltz, 10 Killen, 14 Fallon. (12 Moss e 23 Bannatyne portieri, 2 Sigmund, 8 Brown, 13 Barron, 15 McGlinchey, 16 Clapham, 17 Mulligan, 18 Boyens, 20 Wood, 21 Christie, 22 Brockie). All.: Ricki Herbert.
Arbitro: Batres (Gua)

sabato 19 giugno 2010

Tutto pronto per il Venezia Camp

http://www.veneziacamp.it/novita/presentazione-veneziacamp-alla-giornata-dellinnovazione

Venezia è una città che tradizionalmente è sempre stata aperta, contaminata da svariate civiltà e popolazioni: è una città che non sta ferma, e che grazie a ciò che hanno fatto l’Amministrazione Comunale e gli abitanti della rete di questa zona, è forse la prima città che si è resa conto che sta nascendo un nuovo status di cittadino digitale, il quale nei confronti dell’innovazione non vuole essere un soggetto passivo ma un attivo protagonista.

La tecnologia digitale ha rivoluzionato il modo di informarsi. L’utilizzo di internet e della tv satellitare è in continuo aumento. Ma tenersi al corrente su questioni di pubblico interesse vuol dire prendere parte alla vita di una comunità. Significa essere cittadini, partecipare. Oggi, dunque, il nesso tra internet e informazione (e politica) desta, più che in passato, attenzione e interesse.

Abbiamo immaginato Venezia come uno straordinario laboratorio di innovazione. Abbiamo offerto al popolo della rete l’opportunità di ritrovarsi un un luogo ideale. “La rete è la rivoluzione: ritengo che l’evoluzione della banda larga sia assimilabile agli effetti della rivoluzione del vapore del 1800”, ha detto Michele Vianello, uno dei promotori dell’evento, direttore del Parco Scientifico e Tecnologico del Vega “e l’Arsenale cablato con la fibra ottica per il popolo della rete è il luogo ideale per i nuovi viaggi: una straordinaria opportunità di inaugurare un mondo nuovo”.

Ecco perché Venezia, per la sua mentalità cosmopolita, potrebbe diventare la vera città dell’innovazione.


Questo il programma provvisorio 2010

Giovedì 1 luglio 2010:
innovazione ed e-commerce

Tese 1 – “Cluster”

Orario Evento
10:00 – 18:00 Iphone & Ipad developer garage
20:00 – 00.00 Cena Marketplace 2.0

Tese 2 – “Corderie”

Orario Evento
10:00 – 13:00 I progetti dell’innovazione
  • Canalview
  • Hfarm
  • VegaLab
14:00 – 15:00 “ruby on rails”. How to scale
15:00 – 16:00 Web Objects
16:00 – 17:00 FMP

Tese 3 – “Galeazze”

Orario Evento
10:00 – 12:00 iPad: cosa cambia? come si accelera il passaggio all’editoria digitale
15:00 – 16:00 agenzia innovazione: incontri con la rete
16:00 – 18:00 agenzia innovazione: incontro con la blogsfera

Tese 3 – “Arzanà”

Orario Evento
11:00 – 13:00 World Smart City Forum
15:00 – 18:00 MDM

Tese 3 – “Forcola”

Orario Evento
11:00 – 12:00 PMI e web 2.0: l’esempio della rete d’imprese della Camera di Commercio Italo Slovacca con il progetto Italoblog.it
12:00 – 14:00 Enterprise 2.0: innovare la PMI
15:00 – 18:00 AICEL

Nappe “Bricola”

Orario Evento
12:00 – 13:00 vernissage marketplace 2.0
13:00 – 15:00 i libri 2.0 per intanto si stampano ancora

Venerdì 2 luglio 2010:
cultura digitale, P.A. e scuole in rete

Tese 1 – “Cluster”

Orario Evento
10:00 – 18:00 Facebook developer garage
20:00 – 00.00 Cena GGD (Girl Geek Dinners)

Tese 2 – “Corderie”

Orario Evento
11:00 – 12:00 L’università che vorrei: strategie e tools per l’università 2.0
13:00 – 14:00 PIKNO: Pills of Knowledge
14:00 – 16:00 Verso una comunità di pratica dei comunicatori Web a scuola e negli uffici scolastici
16:00 – 18:00 Social Business Networking nel Nordest

Tese 3 – “Galeazze”

Orario Evento
10:00 – 12:00 non solo PEC: certificazione, interoperabilità e autentificazione
12:00 – 14:00 Innovatori PA
14:00 – 17:00 FutureCamp per Bio e NanoTech

Tese 3 – “Arzanà”

Orario Evento
10:00 – 18:00 La scuola che funziona Camp

Tese 3 – “Forcola”

Orario Evento
10:00 – 18:00 Ecosistemi aumentati – Reti che attivano territori

Nappe “Bricola”

Orario Evento
10:00 – 11:30 Dalla carta all’iPad, la qualità dell’informazione
11:30 – 13:00 Inaugurazione
14:00 – 18:00 eCreative

Eventi speciali

Orario Evento
10:00 – 16:00 VeniceSession 5

Sabato 3 luglio 2010:
cittadinanza digitale, barcamp

Tese 1 – “Cluster”

Orario Evento
10:00 – 18:00 Barcamp
20:00 – 00.00 Cena Veneziacamp

Tese 2 – “Corderie”

Orario Evento
10:00 – 12:00 venezia capitale europea della cultura “2.0 19″
15:00 – 16:00 un anno dopo : cambia o muori 2010

Tese 3 – “Galeazze”

Orario Evento
10:00 – 13:00 STN Social Tourism Networking: il turismo e la rete, chase history e politica
14:00 – 16:00 Open Source
16:00 – 18:00 “santini 2.0″ La politica in rete tra blog, social networks e sondaggi

Tese 3 – “Arzanà”

Orario Evento
10:00 – 16:00 IWA ITALY: 10 anni di iniziative

Tese 3 – “Forcola”

Orario Evento
VEGA – REGIONE

Nappe “Bricola”

Orario Evento
11:00 – 13:00 sentiment 2.0
14:00 – 18:00 Italian Twitter Meeting

Eventi speciali

Orario Evento
10:00 – 13:00 Wi-Fi Day

MOZZARELLE BLU A TORINO:
APERTA INCHIESTA


da Leggo.it

La mozzarella blu

La procura di Torino ha aperto un fascicolo sulle mozzarelle che, una volta estratte dalla confezione, assumevano una colorazione blu. L'iniziativa fa seguito alle indagini e alle scoperte dei carabinieri del Nas. A coordinare gli accertamenti giudiziari è il pubblico ministero Raffaele Guariniello, capo del pool dei magistrati torinesi che si occupano di tutela del consumatore.

ESPERTO: «UNA SOSTANZA NELL'IMBALLAGGIO»
La sostanza che ha fatto diventare blu le mozzarelle sequestrate a Torino, una volta aperta la confezione, può essere stata messa durante il processo di salatura o provenire dall'inchiostro dell'imballaggio, che non si è fissato bene: sono queste le due ipotesi che si sente di fare Mario Malinconico, direttore di ricerca del Cnr presso l'istituto di chimica e tecnologia dei polimeri di Pozzuoli. «Il colore blu della mozzarella - spiega - si produce per una reazione di ossidazione con l'aria. Deve quindi esserci qualche sostanza fotossidabile che è finita nella mozzarella o nell'ultima fase di lavorazione, che è quella della salatura che avviene in una salamoia per alcune ore, oppure con l' imballaggio. Nelle fasi precedenti non è possibile, perchè altrimenti sarebbe stato già visibile all'azienda produttrice». Se non si è trattato della salamoia, dice Malinconico, che lavora con il Cnr alla realizzazione di imballaggi con sostanze naturali, allora il problema può essersi verificato con l' imballaggio. «L'inchiostro usato per la confezione, che contiene pigmenti con complessi metallici - continua - può non essersi fissato bene e quindi, tramite le componenti grasse del liquido di governo della mozzarella, trasferitosi sulla superficie del latticino. Una volta imballata, sulla mozzarella non arrivano più ossigeno nè luce, quindi non si può vedere quello che succede».

TOSSICITA' ANCORA SCONOSCIUTA Non si sa ancora se le mozzarelle sequestrate dai Nas di Torino siano tossiche, nè quale sia la sostanza che, al contatto con l'ossigeno, causa la colorazione blu. Potrebbe essere a base di rame, nichel, piombo, ma la certezza ci sarà solo dopo i risultati delle analisi dell' istituto zooprofilattico. Gli inquirenti vogliono mantenere il riserbo sul nome della catena dei discount interessata, anche perchè, è stato spiegato, «la società si è comportata bene disponendo l'immediato ritiro di tutti i pezzi dai vari punti di rivendita e procedendo con diverse contestazioni presso il produttore tedesco». Il lotto interessato dal problema è quello delle mozzarelle con scadenza 20 giugno, ma a scopo cautelativo sono state sequestrate anche quelle con scadenza prima e anche più in là nel tempo. Questo perchè se la sostanza inquinante fosse nell' acqua, questa potrebbe essere stata usata per confezionare più lotti. Le confezioni di mozzarelle sequestrate erano in vendita a un euro e 75 centesimi o a due euro, a seconda della grandezza.

CONSORZIO BUFALA: CONTROLLARE LATTE ESTERO «Prima di tutto va ben chiarito che le mozzarelle sequestrate a Torino sono prodotte con latte vaccino e non di bufala. Non si tratta quindi del prodotto dop, ma di un prodotto a basso costo e bassa qualità». Così il presidente del Consorzio di Tutela della Mozzarella di bufala Campana Dop, Luigi Chianese, commenta la notizia del sequestro di circa 70 mila mozzarelle eseguito dai Nas a Torino. «Spero che i mass-media trasmettano un messaggio corretto ai consumatori, che eviti danni di immagine alla mozzarella di bufala». Quanto alla colorazione blu assunta dalle mozzarelle sequestrate, Chianese avanza l'ipotesi che si tratti della reazione chimica di sostanze utilizzate per aumentare la durabilità del prodotto. «Di latte vaccino proveniente dall' estero, ed a costi più bassi, in Italia ne arriva molto ma per la produzione di mozzarella di bufala, che è concentrata in Campania ed in un' area limitata, non viene utilizzato. Noi del Consorzio auspichiamo controlli rigorosi sulla qualità del latte importato, anzi auspichiamo che la magistratura sia severa». Secondo i dati dei produttori riuniti nel Consorzio di Tutela della mozzarella di bufala, la mozzarella Dop non conosce crisi. «Anche l' effetto dell'allarme, poi rientrato, sulla brucellosi e la diossina è svanito e adesso la nostra produzione non riesce a soddisfare la richiesta per mancanza di latte - dice Chianese - quest'anno non abbiamo effettuato la promozione nella grande distribuzione. Sulla mozzarella di bufala nei supermercati non c'è neanche un volantino perchè non riusciamo a soddisfare le richieste».

GALAN: ATTENDO VERIFICHE ADEGUATE «Prima di esprimere un giudizio di merito su di una vicenda che presenta alcuni aspetti in apparenza inquietanti, ho dato immediate disposizioni ai competenti uffici del Ministero al fine di avere tutti i dati indispensabili per formulare un parere adeguato alla necessità di garantire massima sicurezza ai nostri consumatori». È quanto si legge in una nota del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan, in merito al sequestro di circa 70mila mozzarelle effettuato dai Carabinieri Nas di Torino.

COLDIRETTI: 50% LATTE ESTERO La metà delle mozzarelle in vendita sono fatte con latte straniero o addirittura una su quattro con cagliate industriali (semilavorati) provenienti dall'estero. Lo denuncia la Coldiretti esprimendo apprezzamento per l'operazione dei Nas di Torino che «fa luce su un fenomeno che inganna consumatori e allevatori italiani e mette a rischio la salute dei cittadini». Dalle frontiere italiane sono passati in un anno - sostiene la Coldiretti - ben 1,3 miliardi di litri di latte sterile, 86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili di polvere di latte di cui circa 15 milioni di chili di caseina utilizzati in latticini e formaggi all'insaputa dei consumatori e a danno degli allevatori. «Il risultato è che - precisa la Coldiretti - tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle in vendita sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero ma nessuno lo sa perchè non è obbligatorio indicarlo in etichetta». Secondo l'indagine Coldiretti-Swg sulle abitudini degli italiani la quasi totalità dei cittadini (97%) considera necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti. «Colmare questo ritardo - continua l'associazione - è una grande responsabilità nell'interesse degli imprenditori agricoli ma soprattutto dei consumatori e della trasparenza e competitività dell'intero sistema Paese. Un segnale incoraggiante arriva dal Parlamento Europeo che ha votato finalmente a favore dell'obbligo di indicare il luogo di origine/provenienza per carne, pollame, prodotti lattiero caseari, ortofrutticoli freschi, tra i prodotti che si compongono di un unico ingrediente (che oltre al prodotto agricolo prevedono solo degli eccipienti come acqua, sale, zucchero) e per quelli trasformati che hanno come ingrediente la carne, il pollame ed il pesce».
Gli importanti risultati delle attività di controllo vanno accompagnati da misure strutturali come l'obbligo di estendere al latte e a tutti i prodotti derivati l'obbligo di indicare in etichetta l'origine per smascherare l'inganno del falso Made in italy rischioso per la salute. È quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l'operazione dei Carabinieri dei Nas di Torino che hanno sottoposto a sequestro cautelativo sanitario settantamila mozzarelle prodotte in Germania che si colorano di blu all'apertura. In Italia l'indicazione della reale origine per i prodotti lattiero caseari è obbligatoria solo per il latte fresco, ma - spiega la Coldiretti - non per quello a lunga conservazione, per lo yogurt, i latticini o i formaggi. Per questo va sostenuto in Parlamento l'approvazione del disegno di legge sull' etichettatura obbligatoria di origine degli alimenti presentato che al Senato è già stato ampiamente condiviso sia in commissione Agricoltura che in Aula.

SEQUESTRATE MOZZARELLE BLU Quelle mozzarelle, una volta aperta la confezione, si coloravano di blu. Un fenomeno filmato con un telefonino da una donna e denunciato ai carabinieri del Nas di Torino, che ne hanno sequestrate 70 mila presso una importante piattaforma della grande distribuzione. Erano destinate a numerosi discount di tutto il Nord Italia. Le mozzarelle dei 'puffì provenivano da uno stabilimento industriale tedesco, presso il quale era stato commissionato dalla società italiana che lo commercializza. Al momento i militari dell'Arma non conoscono i motivi della strana pigmentazione che l'alimento assume a contatto con l'aria. I campioni del prodotto sono stati inviati ai laboratori dell'istituto Zooprofilattico di Torino e a centro antidoping dell'ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano (Torino). Ci vorrà qualche giorno per stabilire se contengono sostanze tossiche e solo in questo caso potranno essere formulate ipotesi di reato. I carabinieri hanno comunque scongiurato pericoli alla salute pubblica: tutte le mozzarelle blu in circolazione sono state ritirate dal mercato e non c'è il pericolo di trovarne qualche esemplare nei banchi frigo della grande e piccola distribuzione.


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COMMENTI (7) Scrivi un commento
Xchè non dite il nome?
Xchè non dite il nome? Anche se non sono nocive, qualcosa di non lecito è stato commesso.
Abbiamo il sacrosanto diritto di sapere, oppure avete già il bavaglio?
Cittadini pensate al detto < 'o sparagn non è mai guaragn >
Ninok
19/6/2010
Si può interrogare Sepe?
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Le "guarentigie" dei cardinali e l'inchiesta sul G8
GIACOMO GALEAZZI
La Curia di una città non è area extraterritoriale, mentre i cardinali godono di alcune «guarentigie», cioè esenzioni (dal servizio militare e «da ogni prestazione personale») e alcuni diritti particolari, come la «libertà di comunicazione» con il Vaticano. Sono questi alcuni punti centrali sulla figura dei cardinali, oggetto di esame da parte dei pubblici ministeri di Perugia, che nell’ambito dell’inchiesta sui Grandi eventi, sarebbero intenzionati a sentire l’arcivescovo di Napoli Crescenzio Sepe, ex prefetto di Propaganda Fide Le «garanzie» delle quali godono i cardinali derivano, si ricorda in ambienti ecclesiastici, dai rapporti tra Italia e Santa Sede. Essi sono regolati dal Trattato del Laterano (11 febbraio 1929) e dal contemporaneo Concordato (l’accordo per la revisione di quest’ultimo è del 18 febbraio 1984), ai quali la Costituzione italiana (art. 7) rinvia per i rapporti tra Stato e Chiesa. Secondo tali accordi ci sono alcuni edifici (impropriamente detti extraterritoriali) che, afferma il Trattato all’art.15, «godranno delle immunità riconosciute dal diritto internazionale alle sedi degli agenti diplomatici di Stati esteri», cioè alle ambasciate. Tali edifici, si sottolinea, sono alcune basiliche, sedi di università pontificie o di uffici e alcuni santuari. Non si fa menzione di palazzi delle curie e simili. Per gli edifici aperti al culto (chiese, ecc.) ci sono varie norme per garantirne la libertà ed in particolare l’art. 5 dell’Accordo del 1984: «salvo i casi di urgente necessità, la forza pubblica non potrà entrare, nell’esercizio delle sue funzioni, negli edifici aperti al culto senza averne dato previo avviso all’autorità ecclesiastica». Per quanto riguarda i cardinali, ricordano ancora fonti ecclesiastiche, di essi il Trattato si occupa all’art. 21 «tutti i cardinali godono in Italia degli onori dovuti ai Principi del sangue ...», nel quale (oltre che all’art. 12) si stabilisce anche il libero transito in Italia di cardinali e vescovi di tutto il mondo che si rechino in Vaticano. L’art. 10 afferma poi che «i dignitari della Chiesa» (e quindi certamente i cardinali) «saranno sempre e in ogni caso rispetto all’Italia esenti dal servizio militare, dalla giuria e da ogni prestazione di carattere personale». L’ Accordo del 1984 all’art.2 punto 2 tutela la «libertà di comunicazione tra Santa Sede e vescovi» e nel protocollo addizionale al numero 2b stabilisce che: «la Repubblica italiana assicura che l’ autorità giudiziaria darà comunicazione all’ autorità ecclesiastica competente del territorio dei procedimenti penali promossi a carico di ecclesiastici». A queste «guarentigie» si aggiungono, se un cardinale ha passaporto diplomatico, quelle della Convenzione di Vienna per la quale, ad esempio, nè lui personalmente nè la sua abitazione e il suo ufficio possono essere sottoposti a misure di giurisdizione e i suoi documenti non possono essere sequestrati.

CASSANO E CAROLINA SPOSI
DAVANTI A CENTO INVITATI

da Leggo.it


Cassano con la futura moglie

Alle 17.28, nella chiesa del Divo Martino di Portofino, Antonio Cassano e Carolina Marcialis si sono detti sì, accompagnati da un lungo applauso degli oltre cento invitati. Le nozze, dapprima rigorosamente blindate per i curiosi ed i tanti giornalisti accorsi, sono state celebrate da don Fortunato, rettore dell'istituto Emiliani di Genova Nervi, e don Alessandro, parroco della chiesa portofinese. Al termine della cerimonia gli sposi si sono finalmente mostrati al pubblico sul sagrato per il tradizionale lancio del riso. Emozionati, ancora molto tesi, Antonio e Carolina hanno poi raggiunto l'auto che li ha portati all'abbazia della Cervara dove stasera si terrà il ricevimento con accompagnamento musicale di Gigi D'Alessio.

L'ARRIVO DI CAROLINA Con i canonici dieci minuti di ritardo Carolina Marcialis, che tra pochi minuti diverrà la signora Cassano, ha fatto il suo ingresso nella chiesa di San Martino a Portofino, anticipata di una quarantina di minuti dal neosposo. Bellissima, vestita di bianco con un lungo strascico di satin ed un velo a coprirle parzialmente il viso, Carolina è scesa da una Mercedes grigia e, coperta dagli ombrelli bianchi degli uomini della sicurezza, è entrata in chiesa senza neppure un cenno di saluto per i tanti curiosi che l'hanno accolta con un applauso. Pochi minuti dopo la sposa sono giunti a Portofino gli unici due calciatori della Sampdoria presenti al matrimonio, Nicola Pozzi e Pietro Accardi.

GARRONE DONA PIATTI CON LORO IMMAGINE Un dono nel solco della tradizione ma con un tocco di originalità è quello scelto dal presidente della Sampdoria Riccardo Garrone per le nozze di Antonio Cassano. Il patron blucerchiato ha scelto un servizio di piatti da 12 dipinto dal maestro Raimondo Sirotti, con l'immagine del presidente della Samp e del giocatore barese insieme.

GARRONE : «MATRIMONIO IN FAMIGLIA» «Questo è un matrimonio diverso rispetto a quelli di tanti calciatori: di solito i giocatori sposano modelle e gran belle donne. Antonio le ha avute tutte prima ed ora ha scelto una donna bellissima ma anche per altri motivi. Direi che è quasi un matrimonio in famiglia». Così si è espresso il presidente della Sampdoria, Riccardo Garrone, giungendo a piedi, da solo, sul sagrato della chiesa di San Martino a Portofino, dove tra pochi minuti si celebreranno le nozze di Antonio Cassano e Carolina Marcialis. Tra gli invitati già giunti in chiesa l'ex allenatore della Sampdoria ed attuale tecnico della Juventus Gigi Del Neri e l'allenatore-amico di Cassano Eugenio Fascetti.

La vera storia di Paolo Ansaloni

venerdì 18 giugno 2010

PAURA SCHIAVONE: LA COPPA
CADE DA MANI DI VESPA

da Leggo.it


Si festeggiava la vittoria di Francesca Schiavone al Roland Garros di Parigi, nella puntata di Porta a porta di qualche giorno fa. Ed evidentemente il conduttore e totem della trasmissione, Bruno Vespa, si è emozionato davanti alla prima vincitrice italiana dell'ambito torneo di tennis francese. Vespa, dopo un lungo applauso alla Schiavone, si lascia scappare il trofeo dalle mani, facendolo cadere per terra: la tennista milanese lo guarda terrorizzata, prima di lasciarsi scappare un sospiro di sollievo dopo aver visto che la coppa non aveva riportato danni. Lo stesso Vespa, visibilmente imbarazzato, si è subito giustificato dicendo: "Sarà stata l'emozione".