venerdì 9 aprile 2010

Al Qaeda minaccia i Mondiali



di GIULIA ZONCA su lastampa.it
La minaccia esce sul sito internet Mushtaqun Lel Jannah (desiderio di paradiso), parole on line che arrivano dai gruppi di al Qaeda e cercano un modo per spaventare, per agitare il Mondiale di calcio: «Quanto sarebbe fantastico sentire il suono di un’esplosione nel bel mezzo della partita tra Inghilterra e Usa, vedere saltare per aria uno stadio stracolmo e contare decine, centinaia di morti. Allah volendo».

L’allarme, tradotto dalla rete americana Cbs, è già sul tavolo dell’Interpol che al momento smentisce un concreto pericolo ma aggiunge a un faldone purtroppo già ampio le ultime visioni sanguinarie. Nel mirino dei terroristi, che si firmano genericamente al Qaeda e fanno sapere di appartenere agli islamici del Magreb, c’è la partita più monitorata del Mondiale: Inghilterra-Usa, in programma il 12 giugno a Rustenburg, nello stadio vicino al ritiro scelto dal ct Fabio Capello. Già a metà gennaio la gara è finita sul tavolo degli investigatori, oggetto delle attenzioni malate dei militanti di al-Shabaab, i somali legati anche al riuscito attentato contro il pullman del Togo in Coppa d’Africa. In quel dossier si ipotizzava una massiccia immigrazione illegale di terroristi dormienti decisi a stare in disparte fino alla Coppa del Mondo.

In Sudafrica ci sono almeno 5 milioni di clandestini e la cellula somala era ed è considerata in espansione, ma solo il 2 aprile, Ronald Noble, il segretario generale dell’Interpol, tranquillizzava i tifosi che progettano un viaggio in Sudafrica: «Il Paese sarà sicuro. Stiamo monitorando tutti i confini e non si tratta solo di negare l’accesso a chi è considerato pericoloso, stiamo mappando il flusso degli ingressi e ogni movimento anomalo sarà intercettato».

Daniel Benjamin, coordinatore delle azioni antiterroristiche per gli Usa è già in Sudafrica per garantire la sicurezza degli Stati Uniti e conferma che «ogni dettaglio viene preso in considerazione, un evento di questo genere è di per sé un target e noi usiamo la massima allerta». Nelle ultime minacce, ancora non tradotte in reale pericolo dall’Interpol, c’è anche l’Italia, inserita nell’elenco di squadre «della campagna sionista contro l’Islam» come scrivono i terroristi internauti. Le altre nazionali citate, oltre a Stati Uniti e Inghilterra, sono Francia e Germania. I responsabili della sicurezza dell’Italia in Sudafrica ieri non hanno ricevuto nessuna particolare richiesta di attenzione, però da mesi lavorano sia su possibili minacce, sia sulla cellula somala al-Shabaab. In ottobre alcuni membri di questo gruppo sono stati arrestati dalla polizia locale in un’operazione condotta con gli Stati Uniti. Secondo gli investigatori e gli esperti della Cia che hanno valutato i profili, i sospetti lavoravano a un attentato alla Coppa della Mondo.

A 62 giorni dai Mondiali, il Sudafrica deve affrontare anche un problema interno: dopo l’assassinio dell’estremista afrikaaner Eugene Terreblanche, i suoi seguaci espongono cartelli contro i Mondiali, «pronti al caos». Ancora minacce, stavolta degli ultimi bianchi recidivi, fermi ai tempi dell’apartheid. Un branco senza vincoli perché il gruppo politico di Terreblanche, Awb, smentisce disordini e rivolte: «Siamo stravolti per il brutale omicidio e certo qualcuno può aver esagerato nelle reazioni, ma noi siamo convinti che i Mondiali siano un’opportunità per la nazione».

Le minacce alla Coppa del mondo al momento restano sotto controllo, attribuite a isterici solitari: presunti terroristi che fanno proclami su internet e certi pazzoidi che manifestano ai funerali dell’ultimo profeta della razza bianca.