domenica 11 aprile 2010

Lombardo: "Martedì farò i nomi dei politici mafiosi"

DA GIORNALETTISMO

Il governatore della Sicilia, indagato in un’inchiesta su Cosa Nostra, annuncia un discorso all’Assemblea per dire chi sono “i politici legati alla mafia e agli affari”.
«Martedì davanti all’Assemblea regionale diremo chi sono i politici legati alla mafia e agli affari». Il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo, concludendo nell’hotel Excelsior di Catania una manifestazione organizzata dal Mpa e dedicata ai giovani e alle donne, si è soffermato sull’indagine della Procura di Catania, dove si era recato ieri per rendere spontanee dichiarazioni. «Sosteniamo e rispettiamo la magistratura - ha detto Lombardo - che, fondamentale com’è per la nostra democrazia, vogliamo libera, forte e indipendente. Per questo non vogliamo che sia privata dello strumento delle intercettazioni».
POLEMICA CON IL PDL – Il governatore non può non riferirsi al disegno di legge sulle intercettazioni, oggi pronto a ritornare nei progetti del governo: l’Mpa, in polemica con mezzo PdL in Sicilia, sembra voler chiudere alle ipotesi di modifica oggi ancora alla Camera. O forse di voler utilizzare questo argomento come merce di scambio per pretendere l’appoggio pieno del partito di Berlusconi nell’assemblea. «Quando poi penso alle incredibili accuse rivoltemi – ha aggiunto il presidente della Regione - mi torna in mente un detto popolare siciliano: ogni impedimento è giovamento. E il giovamento è che la Sicilia ci sostiene nella nostra azione di rinnovamento e che stiamo dando un’accelerazione all’evoluzione del Movimento per le Autonomie. E stiamo dimostrando che la politica è partecipazione e non la farsa dei talk show televisivi».
DI CHE E’ ACCUSATO – Agli atti dell’inchiesta sul governatore, coordinata direttamente dal Procuratore D’Agata ed affidata al procuratore aggiunto Gennaro e ad altri quattro sostituti, ci sono ore ed ore di intercettazioni telefoniche ed ambientali che inguaiano il fratello delPresidente ed il suo autista “personale”. Quest’ultimo, secondo quanto ricostruito dai carabinieri delRos, teneva i rapporti (“da vicino e mai al telefono“) con i boss e gli altri esponenti delle famiglie mafiose. La sua automobile era stata imbottita anche di microspie, ma l’autista le aveva scoperte e in automobile non parlava più. Un’altra parte dell’inchiesta, molto corposa, riguarda gli “affari” dei fratelliLombardo e di esponenti politici e funzionari regionali a loro legati che hanno sostituito i burocrati fedeli all’ex presidente della Regione, Salvatore Cuffaro (anche lui indagato, processato e condannato per favoreggiamento a Cosa Nostra), che controllano ormai tutti i punti vitali della spesa pubblica siciliana, dalla Sanità ai finanziamenti europei, alla formazione professionale, al grande business dell’energia alternativa, fino alla gestione dei rifiuti. L’inchiesta è ormai conclusa, i fratelliLombardo rischiano la richiesta di arresto. Raffaele, anche se presidente della Regione, non gode dell’immunità parlamentare, per il fratello Angelo, invece, sarebbe necessaria l’autorizzazione dellaCamera dei deputati.