lunedì 5 aprile 2010

Save the children, il Manifesto per un'educazione senza violenza


Secondo una ricerca condotta da Save the Children in Italia, il 25% dei bambini, subisce punizioni corporali dai propri genitori.

In base alla persistenza, seppure ridotta rispetto al passato, delle punizioni corporali in ambito familiare, Save the Children, in linea con le sollecitazioni provenienti a livello europeo ed internazionale, intende promuovere anche in Italia un cambiamento culturale, che coinvolga tutti i principali attori delle Istituzioni, della società civile, del mondo dei media ed ogni singolo cittadino, volto alla tutela dei bambini contro qualsiasi atto di violenza, anche all’interno del contesto familiare e se utilizzato con intento educativo.

Per questo motivo, il 31 marzo ha avuto luogo a Roma una tavola rotonda, che ha ospitato i maggiori esperti nazionali ed internazionali in materia.

Durante la giornata, è stato presentato il primo Manifesto per un’educazione non violenta, che ha raccolto le adesioni di alcuni dei più prestigiosi esponenti della pedagogia, della neuropsichiatria infantile, del mondo giuridico e dell’associazionismo, e che intende essere la pietra miliare per un impegno concreto contro qualsiasi atto che sia degradante o umiliante per un bambino, per promuovere una cultura del rispetto della loro dignità umana ed integrità fisica e mentale, come sottolinea Valerio Neri Direttore Generale per l’Italia di Save the Children.
Save the Children, chiede anche alle Istituzioni italiane, di apportare modifiche normative al riguardo che indichino chiaramente il divieto di picchiare i bambini e di utilizzare punizioni fisiche, nell'ambito dell'educazione dei figli.

“Nonostante la maggior parte dei genitori condanni l’uso di mezzi violenti per educare i figli, coloro che sono contrari alla legge temono la sua generalizzazione, l’uso indiscriminato, con il rischio di un suo eccessivo utilizzo”, continua Valerio Neri.

Questa percezione negativa riguarda il 15% dei genitori, secondo i quali un intervento volto a introdurre il divieto di utilizzo di metodi educativi basati sulla violenza, rappresenterebbe un’ingerenza dello Stato all’interno delle relazioni familiari, che violerebbe l’intimità delle mura domestiche. Questo desiderio di non intromissione nelle dinamiche familiari è dimostrato anche dal fatto che, dinanzi ad un errore eccessivamente grave da parte dei figli, viene tollerato che il proprio coniuge dia uno schiaffo al figlio (81% tra i genitori dei bambini piccoli), ma molto meno tollerato se sono i nonni a farlo, già considerati “esterni” al nucleo familiare primario (45% sempre fra i genitori di bambini piccoli).


L’obiettivo di Save the Children non è quello di colpevolizzare i genitori, ma anzi di aiutarli, dimostrando che è possibile mantenere disciplina ed autorevolezza attraverso sistemi educativi che non concepiscano la violenza come modo di risoluzione di un conflitto. È per questo – afferma Claudio Tesauro, Presidente per l’Italia di Save the Children - che chiediamo alle Istituzioni competenti di farsi promotrici di una Campagna di sensibilizzazione e informazione sulla genitorialità positiva e al Parlamento di approdare in tempi brevi ad una riforma normativa, che vieti espressamente le punizioni corporali in ambito familiare, allineando di fatto l’Italia agli altri Paesi europei che
hanno già adeguato la propria normative interna.”