La procura di Torino ha aperto un fascicolo sulle mozzarelle che, una volta estratte dalla confezione, assumevano una colorazione blu. L'iniziativa fa seguito alle indagini e alle scoperte dei carabinieri del Nas. A coordinare gli accertamenti giudiziari è il pubblico ministero Raffaele Guariniello, capo del pool dei magistrati torinesi che si occupano di tutela del consumatore.
ESPERTO: «UNA SOSTANZA NELL'IMBALLAGGIO» La sostanza che ha fatto diventare blu le mozzarelle sequestrate a Torino, una volta aperta la confezione, può essere stata messa durante il processo di salatura o provenire dall'inchiostro dell'imballaggio, che non si è fissato bene: sono queste le due ipotesi che si sente di fare Mario Malinconico, direttore di ricerca del Cnr presso l'istituto di chimica e tecnologia dei polimeri di Pozzuoli. «Il colore blu della mozzarella - spiega - si produce per una reazione di ossidazione con l'aria. Deve quindi esserci qualche sostanza fotossidabile che è finita nella mozzarella o nell'ultima fase di lavorazione, che è quella della salatura che avviene in una salamoia per alcune ore, oppure con l' imballaggio. Nelle fasi precedenti non è possibile, perchè altrimenti sarebbe stato già visibile all'azienda produttrice». Se non si è trattato della salamoia, dice Malinconico, che lavora con il Cnr alla realizzazione di imballaggi con sostanze naturali, allora il problema può essersi verificato con l' imballaggio. «L'inchiostro usato per la confezione, che contiene pigmenti con complessi metallici - continua - può non essersi fissato bene e quindi, tramite le componenti grasse del liquido di governo della mozzarella, trasferitosi sulla superficie del latticino. Una volta imballata, sulla mozzarella non arrivano più ossigeno nè luce, quindi non si può vedere quello che succede».
TOSSICITA' ANCORA SCONOSCIUTA Non si sa ancora se le mozzarelle sequestrate dai Nas di Torino siano tossiche, nè quale sia la sostanza che, al contatto con l'ossigeno, causa la colorazione blu. Potrebbe essere a base di rame, nichel, piombo, ma la certezza ci sarà solo dopo i risultati delle analisi dell' istituto zooprofilattico. Gli inquirenti vogliono mantenere il riserbo sul nome della catena dei discount interessata, anche perchè, è stato spiegato, «la società si è comportata bene disponendo l'immediato ritiro di tutti i pezzi dai vari punti di rivendita e procedendo con diverse contestazioni presso il produttore tedesco». Il lotto interessato dal problema è quello delle mozzarelle con scadenza 20 giugno, ma a scopo cautelativo sono state sequestrate anche quelle con scadenza prima e anche più in là nel tempo. Questo perchè se la sostanza inquinante fosse nell' acqua, questa potrebbe essere stata usata per confezionare più lotti. Le confezioni di mozzarelle sequestrate erano in vendita a un euro e 75 centesimi o a due euro, a seconda della grandezza.
CONSORZIO BUFALA: CONTROLLARE LATTE ESTERO «Prima di tutto va ben chiarito che le mozzarelle sequestrate a Torino sono prodotte con latte vaccino e non di bufala. Non si tratta quindi del prodotto dop, ma di un prodotto a basso costo e bassa qualità». Così il presidente del Consorzio di Tutela della Mozzarella di bufala Campana Dop, Luigi Chianese, commenta la notizia del sequestro di circa 70 mila mozzarelle eseguito dai Nas a Torino. «Spero che i mass-media trasmettano un messaggio corretto ai consumatori, che eviti danni di immagine alla mozzarella di bufala». Quanto alla colorazione blu assunta dalle mozzarelle sequestrate, Chianese avanza l'ipotesi che si tratti della reazione chimica di sostanze utilizzate per aumentare la durabilità del prodotto. «Di latte vaccino proveniente dall' estero, ed a costi più bassi, in Italia ne arriva molto ma per la produzione di mozzarella di bufala, che è concentrata in Campania ed in un' area limitata, non viene utilizzato. Noi del Consorzio auspichiamo controlli rigorosi sulla qualità del latte importato, anzi auspichiamo che la magistratura sia severa». Secondo i dati dei produttori riuniti nel Consorzio di Tutela della mozzarella di bufala, la mozzarella Dop non conosce crisi. «Anche l' effetto dell'allarme, poi rientrato, sulla brucellosi e la diossina è svanito e adesso la nostra produzione non riesce a soddisfare la richiesta per mancanza di latte - dice Chianese - quest'anno non abbiamo effettuato la promozione nella grande distribuzione. Sulla mozzarella di bufala nei supermercati non c'è neanche un volantino perchè non riusciamo a soddisfare le richieste».
GALAN: ATTENDO VERIFICHE ADEGUATE «Prima di esprimere un giudizio di merito su di una vicenda che presenta alcuni aspetti in apparenza inquietanti, ho dato immediate disposizioni ai competenti uffici del Ministero al fine di avere tutti i dati indispensabili per formulare un parere adeguato alla necessità di garantire massima sicurezza ai nostri consumatori». È quanto si legge in una nota del ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Giancarlo Galan, in merito al sequestro di circa 70mila mozzarelle effettuato dai Carabinieri Nas di Torino.
COLDIRETTI: 50% LATTE ESTERO La metà delle mozzarelle in vendita sono fatte con latte straniero o addirittura una su quattro con cagliate industriali (semilavorati) provenienti dall'estero. Lo denuncia la Coldiretti esprimendo apprezzamento per l'operazione dei Nas di Torino che «fa luce su un fenomeno che inganna consumatori e allevatori italiani e mette a rischio la salute dei cittadini». Dalle frontiere italiane sono passati in un anno - sostiene la Coldiretti - ben 1,3 miliardi di litri di latte sterile, 86 milioni di chili di cagliate e 130 milioni di chili di polvere di latte di cui circa 15 milioni di chili di caseina utilizzati in latticini e formaggi all'insaputa dei consumatori e a danno degli allevatori. «Il risultato è che - precisa la Coldiretti - tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle in vendita sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall'estero ma nessuno lo sa perchè non è obbligatorio indicarlo in etichetta». Secondo l'indagine Coldiretti-Swg sulle abitudini degli italiani la quasi totalità dei cittadini (97%) considera necessario che debba essere sempre indicato in etichetta il luogo di origine della componente agricola contenuta negli alimenti. «Colmare questo ritardo - continua l'associazione - è una grande responsabilità nell'interesse degli imprenditori agricoli ma soprattutto dei consumatori e della trasparenza e competitività dell'intero sistema Paese. Un segnale incoraggiante arriva dal Parlamento Europeo che ha votato finalmente a favore dell'obbligo di indicare il luogo di origine/provenienza per carne, pollame, prodotti lattiero caseari, ortofrutticoli freschi, tra i prodotti che si compongono di un unico ingrediente (che oltre al prodotto agricolo prevedono solo degli eccipienti come acqua, sale, zucchero) e per quelli trasformati che hanno come ingrediente la carne, il pollame ed il pesce».
Gli importanti risultati delle attività di controllo vanno accompagnati da misure strutturali come l'obbligo di estendere al latte e a tutti i prodotti derivati l'obbligo di indicare in etichetta l'origine per smascherare l'inganno del falso Made in italy rischioso per la salute. È quanto afferma la Coldiretti nel commentare positivamente l'operazione dei Carabinieri dei Nas di Torino che hanno sottoposto a sequestro cautelativo sanitario settantamila mozzarelle prodotte in Germania che si colorano di blu all'apertura. In Italia l'indicazione della reale origine per i prodotti lattiero caseari è obbligatoria solo per il latte fresco, ma - spiega la Coldiretti - non per quello a lunga conservazione, per lo yogurt, i latticini o i formaggi. Per questo va sostenuto in Parlamento l'approvazione del disegno di legge sull' etichettatura obbligatoria di origine degli alimenti presentato che al Senato è già stato ampiamente condiviso sia in commissione Agricoltura che in Aula.
SEQUESTRATE MOZZARELLE BLU Quelle mozzarelle, una volta aperta la confezione, si coloravano di blu. Un fenomeno filmato con un telefonino da una donna e denunciato ai carabinieri del Nas di Torino, che ne hanno sequestrate 70 mila presso una importante piattaforma della grande distribuzione. Erano destinate a numerosi discount di tutto il Nord Italia. Le mozzarelle dei 'puffì provenivano da uno stabilimento industriale tedesco, presso il quale era stato commissionato dalla società italiana che lo commercializza. Al momento i militari dell'Arma non conoscono i motivi della strana pigmentazione che l'alimento assume a contatto con l'aria. I campioni del prodotto sono stati inviati ai laboratori dell'istituto Zooprofilattico di Torino e a centro antidoping dell'ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano (Torino). Ci vorrà qualche giorno per stabilire se contengono sostanze tossiche e solo in questo caso potranno essere formulate ipotesi di reato. I carabinieri hanno comunque scongiurato pericoli alla salute pubblica: tutte le mozzarelle blu in circolazione sono state ritirate dal mercato e non c'è il pericolo di trovarne qualche esemplare nei banchi frigo della grande e piccola distribuzione.