giovedì 20 maggio 2010

Lo sfogo di Santoro ad Annozero

Uno sfogo in diretta tv. Un monologo "a braccio" di venti minuti con sguardo fisso rivolto alla telecamere. Per parlare a tutti: ai politici, ai vertici Rai, ai direttori dei giornali. Ma soprattutto la suo popolo. Qual popolo che sul Web non ha risparmiato critiche sulla buonuscita milionaria. Michele Santoro ha aperto così la puntata di "Annozero" dedicata allo scandalo abusi che ha travoltto la Chiesa.

Il conduttore reagisce a muso duro alle polemiche che lo hanno investito dopo il via libera del Cda di Viale Mazzini all’ipotesi di una transazione grazie alla quale lascerebbe l’azienda per fare il collaboratore esterno per nuovi programmi. Un attacco contro tutto e tutti per fissare un punto chiaro: «Se mi considerate un estraneo all’interno del servizio pubblico, allora arrivederci e grazie», ha detto Santoro. «Trenta anni di battaglie non possono essere cancellati e il mio pubblico capirà». Un intervento lungo, articolato, appassionato durante il quale il conduttore ha affrontato tutti i punti della polemica scoppiata subito dopo l’annuncio dato dalla Rai. «L’accordo non è ancora stato firmato. Se voi pensate che "Annozero" sia un prodotto proibito, scabroso del servizio pubblico, che non prevede quel tasso di libertà, di spregiudicatezza, di senso critico, allora lasciatemi andare via».

Poi il conduttore tira in ballo direttamente il presidente della Vigilanza Zavoli, Bersani e i consiglieri del Pd: «Posso ritrovare recuperare quel respiro di libertà che ha caratterizzato "Raiperunanotte" e non restare accerchiato come il generale Custer e restare vittima degli amici e dei nemici».

da lastampa.it